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Pensione in deroga, Cga condanna l'Ars a risarcire ex dirigente

Il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto il ricorso presentato dall’ex vice segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana

Palazzo dei Normanni Ars

Il Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) ha accolto il ricorso presentato dall’ex vice segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana, F.C., collocato in quiescenza. L’Ars è stata condannata a risarcire i danni economici e morali subiti dall’ex dirigente.

Nel 2008, il Consiglio di presidenza dell’Ars aveva approvato una norma che consentiva di pensionare i dipendenti con 40 anni di servizio, in deroga al regolamento del personale vigente all’epoca. Sulla base di questa disposizione, l’Ars aveva deciso di collocare in quiescenza F.C., che a fine 2008 aveva raggiunto i 40 anni di anzianità contributiva.

Ritenendo illegittimo il provvedimento, il F.C., con l’assistenza degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, aveva fatto ricorso alla giustizia amministrativa. I legali avevano contestato il pensionamento forzato, evidenziando che era basato su una norma applicata retroattivamente.

Il Cga aveva dato ragione al ricorrente, annullando gli atti con cui l’Ars lo aveva mandato in pensione. Tuttavia, l’Ars non lo aveva reintegrato in servizio, confermando invece il pensionamento.

A questo punto, F.C. ha presentato un nuovo ricorso, chiedendo non solo l’annullamento del secondo provvedimento, ma anche il risarcimento dei danni.

Con sentenza del 17 marzo 2025, il Cga ha nuovamente dato ragione all’ex dirigente, riconoscendo il danno economico subito. Il risarcimento dovrà coprire la differenza tra la pensione percepita in questi anni e lo stipendio che avrebbe ottenuto se fosse rimasto in servizio. L’Ars è stata inoltre condannata a risarcire il danno all’immagine professionale e la perdita di opportunità lavorative subite dal F.C.

Grazie a questa decisione, l’ex vice segretario generale dell’Ars riceverà una somma rilevante, determinata sulla base dei criteri stabiliti dal giudice.

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