
I carabinieri di Partinico hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere del gip di Palermo su richiesta della procura, nei confronti dei componenti di un nucleo familiare, padre 60enne, madre di 64 anni e fratello 31enne, accusati di maltrattamenti aggravati in concorso nei confronti della figlia e sorella disabile.
L’indagine, scattata dopo una segnalazione degli assistenti sociali, ha permesso di ricostruire uno scenario familiare drammatico. Tra le mura domestiche la vittima sarebbe stata costretta a occuparsi delle incombenze di casa, subendo reiterate e gravissime mortificazioni, culminate perfino in minacce di morte.
Gli indagati avrebbero picchiato la donna anche con l’uso di bastoni, umiliandola e denigrandola. Per i tre congiunti della vittima, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere mentre la vittima è stata trasferita in una «casa protetta».
L’indagine che oggi ha portato all’arresto per maltrattamenti in famiglia di una coppia e del figlio della provincia di Palermo, accusati di aver malmenato e insultato la figlia e sorella con disabilità mentali, nasce da una denuncia dei servizi sociali e scolastici del 2024 mandata ai carabinieri. Nella nota si segnalava «la grave situazione sociale e sanitaria in cui viveva la ragazza».
I servizi sociali erano andati a fare un controllo nella casa della famiglia dopo aver parlato col medico di base della coppia che aveva manifestato perplessità davanti alle giustificazioni addotte dal nucleo familiare sulla dinamica di un infortunio domestico che aveva provocato alla vittima gravi ustioni.
«La giovane - si legge nella relazione - è stata vittima di un infortunio domestico che le ha causato una grave bruciatura al braccio destro e al fondo schiena, questo è quanto è stato segnalato alla scrivente chiedendo di intervenire. Si precisa che qualche giorno prima di tale segnalazione, anche la sorella della ragazza, manifestava la propria preoccupazione poiché i vicini di casa le avevano detto di sentire spesso urla e parole offensive, provenienti da casa dei suoi genitori».
Nonostante le resistenze della madre, che accampava scuse per impedire l'accesso dei servizi, gli assistenti sono riusciti a entrare in casa il 16 settembre scorso. Le prime indagini svolte dagli assistenti sociali, che hanno trovato la vittima palesemente spaventata e i genitori preoccupati della loro visita, hanno indotto gli inquirenti a indagare. Nell’abitazione sono state piazzate microspie che hanno confermato i sospetti.
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