
«Ce li ha nella cassaforte da sua madre». La voce di Agata Ruvolo intercettata dai carabinieri non lasciava spazio a dubbi: il denaro della mafia di Porta Nuova era nascosto nell'abitazione di Francesca Tantillo, madre di Agata Lo Presti e suocera di Angelo Costa. Un nascondiglio che sembrava sicuro, lontano da occhi indiscreti e soprattutto dalle perquisizioni.
Ma quando i militari hanno aperto quella cassaforte, hanno trovato 315 mila euro in contanti accumulati dal clan grazie ai traffici di droga, alle estorsioni e alle scommesse clandestine. I carabinieri hanno scoperto il tesoro segreto dove i mafiosi pensavano di essere al sicuro, smascherando così un sistema che per anni aveva assicurato alla cosca una gestione quasi imprenditoriale dei proventi illeciti.
«Tutto è in ordine», assicurava un affiliato nelle intercettazioni. «Ce li ha da sua madre... la meglio cosa», dice ancora Ruvolo in un'altra conversazione con il marito, il boss Calogero Lo Presti. L'organizzazione, infatti, adottava una strategia prudente per evitare che il denaro fosse sequestrato durante eventuali controlli. Una precauzione che, però, non è servita a nulla visto che ogni loro mossa era seguita e documentata. Alla fine, con i contanti sequestrati e i vertici del clan dietro le sbarre – Angelo Costa, Nicolò Di Michele, Calogero Lo Presti erano stati arrestati nel maxi blitz dei carabinieri di un mese fa che ha portato in carcere 1.81 persone – il potere della famiglia mafiosa di Porta Nuova sembra vacillare come non mai.
Lo Presti aveva il controllo diretto delle finanze. Era lui a chiedere conto delle spese, a verificare che il denaro venisse utilizzato secondo le regole del mandamento. Anche per spese personali.
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