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Con l’aiuto della moglie, Anna Maria Colletti, il capomafia di Camporeale Antonino Sciortino, in carcere da anni, continuava a mandare ordini all’esterno, in particolare a suo cugino, Antonino Scardino, che aveva assunto la guida temporanea del mandamento. Lo rivela l’inchiesta della Dda di Palermo sulla cosca di Camporeale che oggi ha portato a sei arresti.
Secondo i pm, dunque, Sciortino avrebbe mantenuto un costante collegamento con gli uomini d’onore liberi, finalizzato intanto all’investitura del cugino alla guida della famiglia mafiosa; al rilascio delle autorizzazioni all’utilizzo, all’acquisito e al divieto di accesso a pascoli e terreni agricoli della zona, all’imposizione di lavorazioni agricole gratuite sui terreni della moglie o alla vendita a un prezzo superiore a quello di mercato dei bovini dell’azienda della donna.
Le indagini hanno inoltre dimostrato come sempre dalla cella il boss abbia indirizzato il voto sul candidato sindaco Luigi Cino, tra gli indagati.
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