Palermo

Martedì 11 Febbraio 2025

Mafia, il maxi blitz a Palermo: dal dark web ai cripto cellulari, i nuovi affari dei clan

La mafia compra armi sul dark web. Lo svela l’ultima inchiesta della dda di Palermo che ha portato al fermo e all’arresto di 181 persone. Agli atti anche una conversazione intercettata di Calogero Lo Presti, boss di Porta nuova che dice: «c'è...ci sono...ce n'è di tutti...(..inc..) ci sono...ci sono...conservate sono», dice al suo interlocutore alludendo alle armi. Intanto grazie a cellulari criptati introdotti in carcere illegalmente, diversi boss detenuti hanno potuto creare vere e proprie chat di gruppo con altri mafiosi, alcuni liberi, altri in cella, per parlare indisturbati di affari. Emerge dall’ultima indagine della Dda di Palermo che ha portato al fermo e all’arresto di 181 mafiosi. Gli investigatori hanno intercettato due indagati che, quando si sono accorti del malfunzionamento dei loro dispositivi, hanno fatto ricorso a un altro apparecchio ugualmente criptato. Nel cercare  di ripristinare il sistema e, quindi, di memorizzare i contatti riservati, hanno finito per rivelare i nominativi dei loro interlocutori dando involontariamente agli inquirenti indicazioni fondamentali. Molti dei nomi indicati appartenevano ai vertici dei mandamenti di Tommaso Natale-San Lorenzo, di Santa Maria di Gesù e di Porta Nuova.In particolare, secondo i magistrati, appartenevano alla rete protetta di comunicazione, oltre ai due interlocutori, Nunzio Serio, detenuto e reggente del mandamento mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale e il fidato Francesco Stagno, il calabrese Emanuele Cosentino, referente nel traffico di droga, Tommaso Lo Presti, boss del clan di Porta Nuova ("il Pacchione... ora fa quarant'anni di matrimonio" dicono di lui i due intercettati), Guglielmo Rubino, reggente di Santa Maria di Gesù ("Guglielmo per noi si leva la vita», commentavano), Cristian Cinà, della famiglia di Borgo Vecchio ("Cristian Borgo Vecchio», si sente nel dialogo), e Giuseppe Auteri, a quel tempo latitante. Tra i soggetti inseriti nell’apparato criptato, c'era anche Angelo Barone ("Orso dice che non c'è stato s'arricampò, è stato a Malta...» spiegano), alludendo all’imprenditore che ha navigato Cosa nostra nell’era dei nuovi affari dei giochi online.

leggi l'articolo completo