
La città soffocava sotto tonnellate di rifiuti. Tra il 2019 e il 2020 cumuli di immondizia avevano invaso marciapiedi e strade, mentre i cassonetti traboccavano trasformando molte zone in vere e proprie discariche a cielo aperto. La situazione rischiava di andare fuori controllo e il rischio di un'emergenza sanitaria era sempre più concreto: di fronte a un sistema di raccolta paralizzato, l'allora presidente della Rap, Giuseppe Norata decise di stoccare temporaneamente i rifiuti su un piazzale della discarica di Bellolampo, unica soluzione a suo parere per evitare il collasso definitivo.
Quella scelta, dettata dall'urgenza di scongiurare una crisi ancora più grave, gli era costata una doppia accusa e cioè di non avere rispettato le autorizzazioni sui contratti per lo smaltimento e di avere procurato pesanti danni all’ambiente. Ma ora, dopo un lungo processo, per l’ex numero uno dell’azienda partecipata del Comune è arrivato il completo proscioglimento da tutti gli addebiti.
Il Gup Paolo Magro ha stabilito che per la frode in pubbliche forniture «il fatto non sussiste» mentre per l’altro capo d’imputazione, quello relativo al presunto disastro ambientale, «il fatto non costituisce reato». Il giudice ha ora trenta giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza.
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