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Palermo, scoppia la protesta a Pagliarelli: 400 detenuti in sciopero della fame contro le nuove restrizioni

Da giorni nel carcere dei Pagliarelli ha risuonato il rumore delle stoviglie sbattute contro le sbarre. Un segnale ripetuto con costanza tre volte al giorno per manifestare un disagio profondo. Una polveriera pronta a esplodere per le condizioni di vita che stanno portando il livello di esasperazione al limite.

E ora la protesta si inasprisce: da domani (3 febbraio) oltre 400 detenuti del reparto di alta sicurezza rifiuteranno il cibo in segno di protesta. La decisione di attuare lo sciopero dello fame arriva dopo l'emanazione di una circolare del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che prevede una serie di restrizioni tra cui il divieto di introdurre beni come coperte e maglioni in pile, ufficialmente per prevenire il rischio di incendi nelle celle.

Il provvedimento ha amplificato il malessere della popolazione carceraria: «Questa misura non solo è punitiva, ma anche priva di logica», afferma l'avvocato Cinzia Pecoraro, che assiste alcuni detenuti e si è fatta portavoce delle loro richieste. «Se il problema è il rischio incendi, perché vengono ancora consentiti i fornelletti per cucinare all’interno delle celle?», si chiede il legale. «Inoltre - continua Pecoraro - imporre l’acquisto di coperte solo dentro all’istituto penitenziario significa penalizzare chi non ha possibilità economiche. Dobbiamo accettare che chi non può permettersi una coperta resti a soffrire il freddo mentre i riscaldamenti continuano a non funzionare? Questi provvedimenti ledono i diritti fondamentali dei detenuti privandoli di condizioni minime di dignità e benessere».

L'avvocato Pecoraro presenterà un'istanza al magistrato di sorveglianza per sottoporre la circolare a una revisione. La protesta non è un caso isolato. Negli ultimi anni, infatti, le condizioni precarie al Pagliarelli sono state più volte denunciate come due anni fa quando un gruppo di reclusi scrisse al Giornale di Sicilia per segnalare celle sovraffollate, impianti di riscaldamento inesistenti, mancanza di acqua calda e assistenza sanitaria inadeguata.

Contro la circolare del Dap è intervenuto anche Pino Apprendi, il garante dei detenuti di Palermo. «Sono 90 i suicidi avvenuti fra i detenuti in carcere in Italia e migliaia i casi di autolesionismo, nello scorso anno, numeri record che non hanno suscitato nessun interesse in chi governa. Tutt'altro, a chi chiede un carcere che non mortifichi la persona che non lo umili per mancanza degli elementi di base per farlo sentire persona, si risponde con una disposizione ancora più restrittiva. Si tratta di una circolare che vieta, vieta tutto ciò che al momento gli consente un legame di vita con l’esterno, dalla farina, al lievito, ai salumi, alla pasta al forno, ai sughi confezionati ai maglioni in pile».

Per Apprendi sui tratta di «restrizioni che contribuiscono a creare ulteriore nervosismo nelle carceri dove spesso manca l’acqua calda per una doccia, dove se hai gravi patologie non riesci a curarti e rischi la cecità per la mancanza di un intervento per cataratta - aggiunge il garante-. Per quanto abbiamo solo qualche mese di basse temperature, nelle nostre carceri palermitane mancano i riscaldamenti e c'è molto freddo fra le mura delle celle. Sono cominciate le proteste già a dicembre nel carcere di Siracusa e adesso al Pagliarelli di Palermo inizieranno lo sciopero della fame. Auspico un intervento che ponga rimedio a queste disposizioni».

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