«C’è la figlia di una mia collega che deve fare una tac total body, ho parlato con... mi ha detto che hanno aperto le agende delle tac. Mi ha detto manco per farle spendere picciuli alla mia collega». «E che priorità mettono? B penso». «Sì, metti B».
È una delle tante intercettazioni che emergono dall’inchiesta della guardia di finanza sul Cup del Policlinico. Patrizia Runfola viene chiamata da un collega di un altro dipartimento dell’azienda ospedaliera che, avvisato da un medico dell’apertura delle nuove agende per prenotare le tac, cerca di inserire la figlia di una collega. «Insomma, ha un problemino, la ricetta che fa, vuoi vedere se riesci a bloccare questa tac e appena ho la ricetta leviamo quella e inseriamo quella?», dice a Runfola. «Allora come data 13 gennaio». «13 gennaio, vabbè mettila, per ora blocchiamola».
C’è poi chi chiede di spostare le date degli esami già prenotati in precedenza: «Siccome c’ha altri esami, non è che gliela puoi mettere dopo il 10 febbraio?». L’operatrice, in tempo reale, sposta l’esame al giorno dopo, l’11 febbraio. Nella stessa telefonata le viene chiesto di anticipare un elettrocardiogramma dal 30 marzo a prima del 9 febbraio, giorno nel quale «deve passare la visita di invalidità... tu prima del 9 non ce l’hai?».
Runfola si trova in difficoltà, ma ecco la soluzione: «Ce n’è una, ma in un altro ambulatorio ma è per scompenso cardiaco, se non c’è nella ricetta non la posso prenotare. Fai come hai detto tu, vai da coso, che di no non te lo dice. È troppo buono, uno di noi altri non è di chiddi che se la tira». «Allora che fai tu annulli così io...»; «Già annullata».
Date da spostare, favori a parenti di amici e colleghi: i favori si scambiavano anche nella combriccola degli otto. Tra loro si chiedevano se ci fossero posti liberi, se li scambiavano: «Dimmi una cosa... ma hai qualche visita dermatologica salvata?», chiedeva Antonino Li Volsi. «Minchia picchè non me lo dicevi stamattina ne avevo una a tre iorna ma ormai ce la retti a una persona». «Ma pò viriri se mi ne capita qualcuna magari nei primi di febbraio?», insisteva Li Volsi. Gli scambi di informazioni tra i due erano fitti: «Pippo, cià può spustare un’ecografia mammaria?». «Ma pe sta innata già nun è tardi?» rispondeva Fazzelli. «Allora che fa, l’ha spustari?», proseguiva poi. «La prima data me la da l’11 febbraio, ca fare?». «Ok d’accordo - rispondeva Li Volsi - manname a fotografia ra prenotazione»
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