Il pubblico ministero ha chiesto la condanna di tutti gli imputati per la presunta bancarotta fraudolenta delle società che gestiva le pasticcerie Alba in piazza Don Bosco e a Valdesi a Palermo. Al termine della requisitoria il pm Andrea Fusco ha chiesto la condanna di Giuseppe Caronia (6 anni), ex gestore dei locali e un tempo sindacalista della Uil marittimi, padre della deputata regionale Marianna Caronia, e la moglie Susanna Castania (4 anni); Ermelinda Salvia, commercialista ed ex liquidatrice delle due società che gestivano i bar prima del fallimento (4 anni), l’avvocato Marcello Madonia (6 anni), il commercialista Ermelindo Provenzani (5 anni), Filippo Arcara 5 anni, Epifanio Arcara 5 anni (facevano parte della compagine societaria). Giuseppe Tarantino, ex gestore dei locali, e la moglie Giovanna Porcelli avevano già patteggiato.
Le pasticcerie Alba, fra le più note e frequentate a Palermo, sono ora sotto una nuove gestione. L’indagine avrebbe fatto emergere una serie di presunte irregolarità prima nel fallimento della società «N. pasticceria Alba», riconducibile a Tarantino, che nel 2009 aveva acquistato l’azienda, e dei rami d’azienda «Bar Alba srl» e «Pasticceria Alba srl».
Irregolarità che sarebbero proseguite nell’acquisizione da parte della «Apr srl», gestita da alcuni degli altri indagati. Secondo l’accusa, «gli investimenti fatti dalla Apr con le risorse fornite dalle socie e da Caronia, non hanno portato alla formazione di nuovi bar con nuove insegne, nuovi marchi, nuove maestranze, nuove sedi, beni strumentali del tutto nuovi».
«Il riacquisto dei beni all’asta, con loro successiva ridestinazione ai due bar, avvenuta a distanza di mesi rispetto ai reati - ha detto il pm - non ha di certo comportato una novazione dei due complessi aziendali distratti».
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