
Il Gip di Termini Imerese Gregorio Balsamo ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente per la strage di Altavilla Milicia in cui sono stati torturati e uccisi Antonella Salamone, moglie di Barreca, e i figli Emanuel e Kevin. I familiari di Salamone si sono costituiti parte civile.
Il processo inizierà davanti alla Corte d’Assise di Palermo, all’aula bunker del Pagliarelli, il prossimo 6 marzo. I tre rischiano l’ergastolo: la donna aveva chiesto l’abbreviato ma per legge non è più possibile ottenerlo per questo tipo di reati, punibili appunto con la massima pena.
Sul rinvio a giudizio di Giovanni Barreca, marito della donna uccisa e data alle fiamme, e padre dei due ragazzi morti nella villetta, c’è un ricorso in Cassazione presentato dall’avvocato Giancarlo Barracado che lo difende.
Barreca, attualmente ospite di una Rems (residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza), era stato ritenuto non imputabile da un altro Gip di Termini Imerese in base a una perizia psichiatrica. Il Riesame aveva accolto il ricorso della procura secondo cui l’uomo è imputabile. Si attende la decisione della suprema corte. «Credo che il rinvio a giudizio sia destituito di fondamento alla luce della perizia di un gip di Termini Imerese - dice l’avvocato - attendiamo l’esito del ricorso e credo che la posizione di Barreca possa essere stralciata».
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