L'inchiesta sulla Fiera del Mediterraneo si allarga a pizzo, droga e ambienti mafiosi. Le accuse, che sono state ribadite in una nuova lettera anonima inviata da un «corvo» all'assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti, sono al vaglio degli inquirenti che hanno aperto due indagini distinte affidate ai carabinieri e agli agenti della Digos.
Nella missiva vengono descritti nel dettaglio i presunti illeciti commessi da due persone con precedenti per mafia che, per anni, avrebbero avuto libero accesso ai viali della Fiera. L'attenzione si sarebbe concentrata su due soggetti che, pur non essendo dipendenti comunali, avrebbero gestito chiavi e ingressi senza alcuna autorizzazione. Dopo l’esposto, presentato alla Procura, si erano verificati ripetuti episodi di intimidazione ai danni dell'assessore che più volte aveva segnalato anomalie nel corso delle sue ispezioni.
Ma della vicenda, che era stata anticipata dal Giornale di Sicilia, emergono adesso nuovi dettagli e elementi inquietanti. Secondo la «gola profonda» i due individui avrebbero spadroneggiato imponendo - anche con le minacce - il versamento di somme di denaro agli imprenditori che dovevano allestire alcuni eventi all’interno dei padiglioni.
Un vero e proprio pizzo che, però, non avrebbe messo al riparo gli espositori dai furti perpetrati alle loro spalle: oltre alla merce, infatti, sarebbero sparite pure sedie, tavoli, stampanti e computer. Ma il duo avrebbe lucrato anche sui ragazzi assoldati dagli organizzatori per la sicurezza: il compenso pattuito di 70 euro sarebbe stato decurtato di 20 euro che sarebbero finiti direttamente nelle tasche dei due abusivi.
E poi c’è il capitolo ancora più delicato della droga. In base a quanto raccontato dall’informatore, i due avrebbero smerciato marijuana ricevendo gli acquirenti in Fiera. Ed in effetti, durante un blitz nei magazzini dell’ente, erano stati trovati materiali sospetti, tra cui documentazione che potrebbe far luce su una rete di affari illeciti e un bilancino di precisione, ipoteticamente utilizzato per confezionare dosi di stupefacenti.
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