Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Trafficanti di sigarette: «Ballarò è il mercato migliore dell’Isola per lo smercio»

La «piazza affari» designata per la compravendita delle sigarette di contrabbando era a Ballarò. Lo storico mercato della città era stato scelto come sede in cui potere concludere le transazioni sui tabacchi illegali ed era lì che si vedevano tunisini e palermitani per chiudere le contrattazioni sulle modalità di consegna della merce e, soprattutto, sui prezzi da strappare.
«Il mercato di Ballarò è il mercato per vendere sigarette, il migliore di tutta la Sicilia», diceva Ltaief che, non a caso, era arrivato tra le bancarelle per incontrare un palermitano, tale Nino, una sorta di finanziatore occulto (il suo nome figura tra coloro i quali potrebbero ricevere una misura cautelare dopo l’interrogatorio, ndr) che gli aveva confermato che «Li Causi è il più grosso che c’è a Palermo», cioè era lui l’interlocutore più attendibile se si trattava di fare affari per grossi quantitativi di «bionde».

Di questo parlavano i due senza sapere di essere intercettati: «Problemi di soldi non ce n’è», aveva detto Nino al tunisino spiegando che a Li Causi erano state sequestrate in passato settecento casse di sigarette in mezzo al mare. E, in effetti, il riferimento era al sequestro di sette tonnellate di tabacchi avvenuto nel 2019: «Allora, questo che ti presento ora io... vedi che è uno grosso. Ho sentito dire che in mezzo al mare settecento casse, settecento casse?», aveva sottolineato Nino aggiungendo: «Ora sta venendo lui. Se c'è lavoro più grande, lui è predisposto per fare il lavoro più grande».

E quando Li Causi si era trovato faccia a faccia con Ltaief aveva subito messo le cose in chiaro sostenendo di avere la forza economica per l'acquisto di quantitativi illimitati di tabacchi e di disporre di numerosi depositi dove occultare le stecche per poi distribuirle a chi doveva venderle al dettaglio. Inoltre, a suo dire, nonostante da otto mesi non gli fossero stati consegnati significativi quantitativi di merce - circostanza di cui aveva chiesto e ottenuto conferma dal figlio Gaetano - aveva spiegato che, grazie alle scorte già accumulate, riusciva ancora a soddisfare la domanda. Rassicurazioni che avevano talmente convinto il tunisino che, alla fine, si era accordato per comprare venti casse a mille e cinquanta euro l’una. «Abbiamo parlato con il capo, quello che dà a tutti», aveva raccontato Ltaief al termine del summit. «È lui che comanda a tutti - aveva rivelato al suo socio Bilardello -. Perché lui, come dice lui, non so quanti magazzini, quanti operai ha, non ne hai idea».

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Caricamento commenti

Commenta la notizia