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La nuova app di Addiopizzo, la presentazione dell’iniziativa a 34 anni dalla lettera di ribellione di Libero Grassi

L'applicazione permette di individuare tutti gli operatori economici che fanno parte della rete dell’associazione

«Caro estortore…»: sono passati 34 anni da quella lettera che Libero Grassi inviò al Giornale di Sicilia. Una presa di posizione che l’imprenditore prese quel 10 gennaio del 1991 raccogliendo tutto il suo coraggio, sostenuto dalla volontà di non abbassare la testa davanti alle richieste di Cosa nostra, che stritolava l’economia cittadina tra i suoi tentacoli, difficili da tagliare e sradicare. Grassi fu il primo che pubblicamente decise di infliggere il primo colpo, pagando con la vita. Oggi Addiopizzo presenta la nuova app del consumo critico antiracket, «Pago chi non paga». Che permette di individuare tutti gli operatori economici che fanno parte della rete dell’associazione: una vera e propria guida digitale compatibile per tutti i dispositivi (Ios e Android) che rafforzerà la rete di protezione sociale attorno a chi ha scelto di dire no al pizzo.

L’associazione, che sulla scia del sacrificio di Grassi nel 2004 ha determinato una rivoluzione nel mondo dei commercianti, oggi più inclini a denunciare gli aguzzini, presenterà il nuovo progetto nella sede di via Lincoln 131: all’iniziativa prenderanno parte gli studenti dell’istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III, che dialogheranno con Marco Romano, direttore del Giornale di Sicilia, il prefetto Massimo Mariani, Francesca Mazzocco, magistrato della Direzione distrettuale Antimafia, Maria Grazia Nicolò, commissario nazionale antiracket e Alice e Davide Grassi, i figli di Libero. L’applicazione sarà presentata poi alle 20.30 nella pizzeria Dolce rosso pizza di Capaci, i cui titolari in passato sono stati oggetto di minacce e tentativi di estorsione denunciati con il sostegno di Addiopizzo.

Oggi, anche se c'è chi continua a pagare - amara dimostrazione sono i dieci milioni di euro del fondo comunale antiracket che l’amministrazione dovrà restituire a causa delle sole due adesioni registrate al bando - la scelta di denunciare non solo è possibile, ma non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico cui fu costretto Libero Grassi. Inoltre oggi dalle 11 alle 13.30 alla Camera di Commercio la prima giornata nazionale antiracket. L’idea lanciata da Sos Impresa e Solidaria e sposata da Confesercenti è quella di trasformare ogni 10 gennaio nella Giornata di lotta contro il pizzo, «un’importante occasione per mantenere viva la memoria di una testimonianza che ha segnato la lotta contro il racket in Italia» ha spiegato Vittorio Messina, presidente di Confesercenti. Questa data - prosegue - potrebbe diventare un momento di riflessione collettiva, una spinta a opporsi con forza a ogni forma di prevaricazione».

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