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La bici lanciata giù dai murazzi a Torino, la famiglia revoca la parte civile: «Basta, papà soffre ogni volta»

«Basta, papà non deve più andare. Soffre ancora, ogni volta». È così che Mauro Glorioso, il giovane studente palermitano che il 21 gennaio 2023 rimase ferito gravemente a Torino dopo essere stato colpito da una bici lasciata cadere sotto i Murazzi del Po, ha spinto la famiglia a revocare la costituzione di parte civile nel processo in cui il Tribunale di Torino ha condannato ieri Sara C., a 16 anni per concorso in tentato omicidio. A raccontarlo è uno dei legali della famiglia Glorioso, Simona Grabbi.

«Non voleva più, perché era un’ulteriore sofferenza per il papà, visto che da parte degli imputati non c'è mai stato un vero pentimento. Quando venne mostrata in aula la foto di Mauro, reso tetraplegico, non hanno alzato un sopracciglio». In aula quindi ieri la famiglia era del tutto assente e i legali hanno assistito all’udienza per riferirne poi l’esito ai Glorioso.

Dopo la lettura del dispositivo, insieme al suo collega Alessandro Argento, Grabbi ha riferito le parole del padre del giovane: «Anche questo esito processuale non può restituire a Mauro e a noi una qualità di vita accettabile».

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