Domani cade l'anniversario numero 34 della pubblicazione sul nostro giornale della lettera di libero Grassi «Al caro estorsore». Quella con cui il coraggioso imprenditore tessile, poi assassinato dalla mafia, diceva urbi et orbi che non avrebbe pagato nemmeno una lira al racket. Scelta che gli costò la vita. E non è un caso che si voglia scegliere il 10 gennaio come giornata dell’antiracket nazionale.
Ma dopo tutti questi anni non ci sono molte buone notizie. Del resto, come si può avere l'animo sollevato se i segnali, ahinoi, sono tutti di segno negativo per quanto riguarda la presa di coscienza e la forza di denunciare. Non siamo all'anno zero, sia chiaro. Ma è certo sconfortante, ad esempio, la notizia che arriva dal Comune, settore attività produttive. A inizio di novembre erano stati banditi gli avvisi che mettevano a disposizione finanziamenti ai commercianti vittime del racket. Ebbene nel primo avviso solo due hanno presentato la richiesta ottenendo cinquemila euro a testa.
S'è dovuto pubblicare un altro bando per tentare di distribuire le risorse a disposizione. Ma il secondo tentativo ha dato un risultato ancora minimo: solo altre due richieste. E così le somme che erano a disposizione entro il 31 dicembre, 50mila euro, si sono perse.
La giunta aveva riesumato un regolamento vecchio di quasi vent'anni. Con cui si intendeva dare un sostegno a coloro che hanno denunciato di aver avuto un danno dal pizzo «da parte - si legge nell'atto - di soggetti appartenenti ad associazioni mafiose, nell’ottica di dare continuità all’impegno profuso nel tempo da tutti i soggetti coinvolti nella battaglia per la legalità». Nelle ipotesi di eccezionale gravità («identificate nella cessazione o trasferimento dell’attività economica, successive a una o più denunce presentate all’autorità competente»), il contributo straordinario sarà erogato nella misura di 10 mila euro.
Sconsolato il commento di Giuliano Forzinetti, assessore: «Abbiamo pubblicato due avvisi per l'erogazione dei contributi alle vittime di fenomeni estorsivi, ma abbiamo raccolto solamente quattro istanze, un risultato sicuramente al di sotto delle aspettative e delle reali esigenze della città». Secondo l’esponente della giunta «l’amministrazione ha fatto e continuerà a fare la propria parte, sostenendo concretamente gli imprenditori che denunciano e che hanno subito estorsioni. L'unica strada che deve essere percorsa è quella della legalità e della denuncia. Purtroppo - conclude Forzinetti - sono ancora poche le denunce rispetto alle estorsioni riscontrate e dobbiamo batterci affinché questo andamento venga invertito». L’assessore comunque sostiene che non si demorderà e con il sindaco l’obiettivo è di rendere la dotazione finanziaria strutturale «al fine di sostenere maggiormente tutte le imprese che denunceranno il pizzo».
La notizia che proviene dal Comune, comunque, fa il paio con i dati del 2024 diffusi nei giorni scorsi. Solo undici denunce per estorsione nel 2024, poco meno del 2 per cento dei circa 800 casi di pizzo accertati dalle forze di polizia nell’ultimo anno.
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