Un incubo tra le note del pianoforte, un presunto orco dietro la cattedra di musica. Si aprirà il 15 gennaio davanti alla seconda sezione penale del Tribunale il processo nei confronti di Giuseppe Messina, 57 anni, l'insegnante di un istituto scolastico comprensivo cittadino a indirizzo musicale, accusato di avere molestato due sue allieve di undici e dodici anni, assistite dagli avvocati Vanila Amoroso e Dario Falzone.
L'avvocato Jimmy D’Azzò, che rappresenta l'imputato, ha richiesto il rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna. La vicenda risale allo scorso aprile quando l'uomo, indagato per atti sessuali su minorenni, era stato arrestato dalla polizia, finendo ai domiciliari, dove si trova tuttora. Secondo le testimonianze, il docente avrebbe approfittato delle lezioni pomeridiane e individuali: si sarebbe seduto accanto alle due studentesse durante l'ora di pianoforte, le avrebbe abbracciate e baciate sulla testa e sulla guancia, anche vicino alle labbra, ma non si sarebbe fermato qui. Sarebbe andato anche oltre toccandole sulla schiena, inserendo la sua mano sotto la maglietta e, in un'occasione, si sarebbe spinto fino a toccare la coscia e il seno di una delle due.
A confermare quanto affermano le due minori ci sarebbero le prove raccolte e le loro dichiarazioni rilasciate anche agli psicologi. Nel fascicolo ci sono i verbali con i dettagli di quanto sarebbe accaduto all'interno della scuola. «Lui ci tocca il fondoschiena e ci infila le mani sotto la maglietta. Un giorno mi ha toccato qua (e indica il seno, ndr). Mi ha abbracciato e mi fatto così», aveva spiegato la più piccola agli inquirenti soffermandosi anche su un altro particolare: «Lui rimane tutto il tempo così - ha continuato l’undicenne - e siccome a me dà fastidio, faccio finta di sbagliare e lui così è costretto a correggermi le mani e quindi a togliere la sua. Comunque, appena ricomincio a suonare bene, la riposiziona».
I presunti abusi sono stati ribaditi anche dall’amica di un anno più grande che frequentava la stessa aula di musica. In un primo momento, davanti agli investigatori aveva cercato di minimizzare asserendo che gli atteggiamenti affettuosi di Messina non le davano alcun fastidio: «Anche perché tipo, io sono una ragazza che se mi mostri affetto, io te ne mostro il triplo, se non il quadruplo». A telecamere spente, però, aveva cambiato versione e visibilmente emozionata e a tratti con la voce tremante, aveva avvalorato la ricostruzione della compagna di classe riguardo ai comportamenti dell’insegnante svelando che, tra loro, lo definivano il «pervertito». Tra i tanti studenti ascoltati durante le indagini, era stata particolarmente interessante la testimonianza di un alunno che aveva assicurato di avere visto da parte dell’insegnante «degli atteggiamenti molto scorretti con le ragazze, che toccava le compagne».
La difesa sostiene che si tratti di un grosso equivoco, attribuendo i gesti di Messina a fraintese manifestazioni d'affetto. Ma l’avvocato D’Azzò punta anche sul fatto che altre cinque compagne, sentite durante l'incidente probatorio, non avrebbero notato nulla di strano. Per il legale le due minorenni potrebbero avere interpretato male i gesti del loro maestro che le avrebbe toccate sulla schiena solo per migliorare la loro postura, un contatto che potrebbe averle suggestionate. E lo stesso concetto ha ribadito Messina che si è professato innocente davanti al giudice Ivana Vassallo che lo ha interrogato. «In 40 anni che faccio questo mestiere - aveva puntualizzato - non ho mai avuto queste attenzioni con nessuno dei miei allievi. Ho sempre avuto massimo rispetto nei confronti dei ragazzi e soprattutto attenzione a non essere equivocato». Ha ammesso di avere toccate le due giovani, anche gli altri che studiavano pianoforte «davanti la spalla e dietro la schiena, all’altezza delle reni» ma questo contatto era necessario perché allo sgabello «devono stare dritte, bisogna curare tutto un aspetto, braccia, avambracci, polsi, dita e la schiena».
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