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Open Arms, a Palermo anche il fondatore della Ong: «Migranti senza giustizia, valuteremo se fare appello»

Oscar Camps

La delusione in una foto: quella di una migrante su una nave con il volto tra le mani. Sopra la frase: «Le persone trattenute a bordo nel 2019 aspettano ancora giustizia».

Alla gioia di Matteo Salvini per l’assoluzione nel processo che lo vedeva indagato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco a Lampedusa, nell’agosto del 2019, a 147 migranti soccorsi in mare dalla nave Open Arms, si contrappone la «tristezza» della ong spagnola, espressa in un post su X.

«Il dispiacere - dice Oscar Camps (nella foto) fondatore di Open arms - è soprattutto per le persone che, come abbiamo detto dal primo minuto, sono state private della loro libertà. Aspettiamo le motivazioni dei giudici, per valutare se appellare la sentenza come speriamo farà anche la procura della Repubblica. Con questo processo, che è unico nella storia italiana ed europea, abbiamo voluto restituire dignità alle 147 persone trattenute a bordo e private della loro libertà per 20 giorni».

«La nostra missione è salvare vite umane, non ci fermiamo»

«Abbiamo richiesto il rispetto del nostro lavoro umanitario - ha aggiunto Camps - troppo spesso denigrato e accusato di essere colluso con azioni criminali, lavoro che ci è stato impedito di svolgere in quelle settimane, mentre eravamo di fronte alla costa di Lampedusa senza la possibilità di raggiungere un porto sicuro. In questi tre anni di processo abbiamo sempre detto di aver subito un danno legato all’impossibilità di proseguire la nostra missione. Salvare vite è quello che Open Arms fa da 10 anni, lo abbiamo fatto fino a oggi, lo faremo anche domani. Il nostro lavoro non si ferma».

Solidarietà arriva dalle altre ong impegnate a pattugliare il Mediterraneo per soccorrere le imbarcazioni dei migranti in difficoltà. Emergency, parte civile nel processo Open Arms, aspetta di leggere le motivazioni della sentenza, «ma intanto c’è una certezza in tutto ciò: i naufraghi soccorsi, già provati dalle violenze in Libia e dalla traversata, sono stati sottoposti a sofferenze inutili. Noi continueremo a prestare assistenza a quanti si trovano in pericolo nel Mediterraneo non solo perché è un obbligo previsto dal diritto internazionale, ma perché è la cosa giusta da fare».

«L’assoluzione di un potente - fa sapere il fondatore di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini - non è una notizia che sorprende. Che le sofferenze procurate ad innocenti da parte di un potente, non siano considerate un reato, nemmeno. Mi sembra tutto nella norma, niente di così strano». L’ex leader delle tute bianche aveva già fatto sapere quale fosse, secondo il suo punto di vista, la pena giusta per Salvini. «Non una condanna ad un inutile carcere, che mai vedrebbe nemmeno da lontano e userebbe per fare il martire, ma 15 giorni di lavoro sociale a bordo di una nave impegnata nei soccorsi in mare».

«Siamo al fianco di Open Arms e di tutte le altre ong che lavorano instancabilmente per salvare le persone in movimento. Perché i diritti umani e l’umanità non conoscono confini!», posta Sos Humanity.
Open Arms continuerà comunque la sua battaglia, non solo nelle aule dei tribunali. La ong spagnola ha infatti lanciato una campagna con un filmato fatto con l’Intelligenza artificiale: le immagini mostrano Giorgia Meloni, Donald Trump, Elon Musk, Marine Le Pen e altri «leader dell’estrema destra mondiale» che stanno per affogare. «Salveremmo anche te», è il claim dello spot prodotto.

 

 

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