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L'indagine di Brescia e Palermo è nata dalla denuncia di un imprenditore, ha trovato teste di animali in giardino

tribunale brescia

Ha trovato teste di animali in giardino e poi ricevuto continue minacce telefoniche. La vittima di atteggiamenti che gli inquirenti ritengono «evocativi del contesto mafioso» è un imprenditore bresciano che attraverso la sua denuncia alla Polizia di Stato ha fatto scattare l’indagine che oggi ha portato a cinque misure cautelari emesse dal gip di Brescia su richiesta del pm antimafia Teodoro Catananti.

Le cinque persone - quattro in carcere e una con obbligo di presentazione alla pg - sono residenti nelle province di Brescia e Palermo, e devono rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, rapina aggravata dall’uso delle armi e usura. Sarebbero responsabili anche di una rapina sotto minaccia di un’arma ai danni di un imprenditore derubato per 20 mila euro. In un altro episodio è contestata l’estorsione per un prestito di 15mila euro per il quale sarebbe stata chiesta la restituzione a tassi da usura.

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