Il processo d'appello contro i cosiddetti spaccaossa in trasferta si è concluso con la conferma della maggior parte delle condanne e una sola assoluzione. L'inchiesta, avviata dalla polizia nel 2022, aveva svelato un sistema criminale basato su falsi incidenti stradali organizzati per truffare le compagnie di assicurazione.
Le indagini sulle persone disposte a subire le fratture pur di ottenere i risarcimenti avevano riguardato le province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese. La quarta sezione della Corte d'appello di Palermo, presieduta da Vittorio Anania, ha assolto Giuseppa Messina, difesa dagli Davide Cangemi e Alessandro Martorana, che in primo grado era stata condannata a 2 anni e 8 mesi con l'accusa di aver riciclato 80 mila euro derivanti da uno di questi falsi sinistri.
La Corte ha ridotto di un anno la pena per Matteo Corrao, ritenuto uno dei capi del gruppo, che alla fine ha avuto 7 anni e 4 mesi mentre sono stati confermati 8 anni per Giuseppe Zizza e 8 anni, 3 mesi e 10 giorni per Vincenzo Maccarone, anche loro al vertice dell'organizzazione. Gli altri condannati, tra i quali diverse vittime degli spaccaossa, sono Girolamo Faia (5 anni, 9 mesi e 10 giorni), Luca Poerio (4 anni e 8 mesi), Lorenzo Catalano (un anno e 8 mesi), Salvatore Picone e Domenico Baldo (entrambi a un anno e 4 mesi), Maria Spinelli, Franca Silvana Gnoffo, Antonio Mussumarra, Giuseppa Ales e Rita Scasso (tutti ad un anno con pena sospesa) e Vincenzo Aiello (8 mesi pena sospesa).
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