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Le effusioni in carcere con Sabrina Fina accusata della strage di Altavilla Milicia, parla l’avvocato Critelli

Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro al fianco del collega accusato di atteggiamenti intimi con l'indagata

L'avvocato Franco Critelli (nella foto) accusato di aver avuto comportamenti inappropriati con la sua assistita Sabrina Fina durante i colloqui nel carcere dei Pagliarelli, trova il sostegno del presidente dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro, Vincenza Matacera, che è intervenuta con fermezza per difendere il collega.

La vicenda riguarda presunti baci ed effusioni scambiati con la detenuta nel corso di un incontro avvenuto venti giorni fa, oltre alla violazione del regolamento carcerario per l'introduzione non autorizzata di cibo. Il rapporto, stilato dalla polizia penitenziaria, è stato poi inviato dalla direzione della casa circondariale alla Procura di Termini Imerese, che indaga sulla strage di Altavilla Milicia, e all'Ordine degli Avvocati di Catanzaro, dove è iscritto Critelli.

«Non è accettabile che dettagli di questa natura riservata trapelino dal carcere e raggiungano la stampa senza che siano stato chiarite le eventuali responsabilità», ha dichiarato il presidente annunciando un'azione formale nei confronti della direzione del carcere dei Pagliarelli: «Scriveremo per sapere chi ha diffuso la notizia e perché. È un diritto dell'avvocato e del nostro Ordine pretendere trasparenza». Matacera si è schierata a fianco del legale: «Se quello che dicono si è verificato sul serio, allora è un fatto gravissimo - puntualizza - ma la verità è ancora tutta da accertare. Ci sono svariati precedenti di accuse di vario tipo contro gli avvocati che non sono state dimostrate, non è la prima volta che accade. Scriverò al carcere, voglio sapere com’è finita questa notizia sui giornali. Il direttore mi dovrà rispondere».

Anche l’avvocato Critelli ha negato di avere violato il codice deontologico della professione: «Si tratta di una macchina del fango messa in moto contro di me e la mia cliente» ha dichiarato annunciando di volersi difendere in tutte le sedi, compresa quella penale. Sabrina Fina non è una detenuta come tutte le altre: ritenuta una specie di santona, è in cella con l'accusa di essere l'ispiratrice del massacro in cui sono stati uccisi Antonella Salamone e i figli Kevin e Emmanuel Barreca, di 16 e 5 anni. Una carneficina, compiuta al culmine di un rito per la liberazione da presunte presenze demoniache, al quale avrebbero partecipato con Fina il compagno Massimo Carandente (i due sarebbero «i fratelli di dio»), anche lui rinchiuso a Pagliarelli; Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, per ora ricoverato nella Rems di Caltagirone, e la figlia maggiore di lui, sotto processo al tribunale dei minori.

L'avvocato Giancarlo Barracato, che lo difende, ha presentato ricorso contro la decisione del tribunale del Riesame che ha annullato il provvedimento del Gip di Termini Imerese, Erina Cirincione, relativo alla scarcerazione e al ricovero di Barreca nella struttura dove è sottoposto alla cura per disturbi mentali legati a reati gravi, in attesa della decisione definitiva della Cassazione.

 

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