Palermo

Domenica 24 Novembre 2024

Savoca, il ritorno del potere condiviso a Brancaccio:  i suoi rapporti  con l’altro emergente Giancarlo Romano, ucciso a febbraio

Gaetano Savoca

I destini criminali di Gaetano Savoca e Giancarlo Romano si sono intrecciati attraverso una fitta rete di potere e di traffici illeciti. Uno è finito nuovamente in manette tre giorni fa, l’altro è stato ucciso a febbraio in un regolamento di conti ma, secondo gli investigatori, entrambi avevano scalato le gerarchie di Cosa nostra diventando figure chiave dell’organizzazione criminale che, nonostante i colpi inferti, continuava a radicarsi attraverso le estorsioni, il traffico di droga e il controllo economico del territorio. Tre volte condannato per mafia, il «biondo» come è soprannominato Savoca, era tornato a casa per riprendere in mano le redini del mandamento di Ciaculli-Brancaccio - che riunisce i clan di Ciaculli-Croceverde Giardini, Brancaccio, corso dei Mille e Roccella - raccogliendo prima l’eredità di Michele Greco e poi dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Da Cesenatico era tornato in città nel 2018 e subito era stato beccato alla guida di un vespone bianco mentre accompagnava Leandro Greco, nipote del «Papa» Michele a un summit con Calogero Lo Piccolo, figlio di Salvatore, il boss di San Lorenzo. Era però solo uno dei tanti contatti di Savoca che erano ripresi, come quelli con altri pezzi da novanta come Giuseppe Arduino, uomo d’onore di Brancaccio arrestato lo scorso marzo, e persino con Mario Carlo Guttadauro, figlio di Giuseppe «u dutturi», poi finito in carcere nel 2022 assieme al padre. Con Romano la collaborazione era stata immediatamente «operativa» perché quest’ultimo, dopo l’uscita di scena di Antonio Lo Nigro, era diventato l’astro nascente della famiglia mafiosa di corso dei Mille a cui era toccato il compito di gestire il settore dello spaccio e delle scommesse clandestine. Il movente del suo omicidio sarebbe da cercarsi proprio in un debito che Camillo e Pietro Mira - padre e figlio - avevano contratto con lui per l’uso dei pannelli online su cui vengono visualizzate le quote degli eventi sportivi. I profitti, inizialmente appannaggio dei Mira, dovevano essere versati nelle casse della cosca ma i rapporti con Romano si erano incrinati perché i due non avevano versato 20 mila euro frutto del gioco d’azzardo. A sparare al capomafia sarebbe stato Camillo Mira: il suo braccio destro Alessio Salvo Caruso, invece, rimasto a terra in fin di vita, era stato salvato dai medici dopo un delicato intervento chirurgico. Le indagini hanno evidenziato in che modo Savoca e Romano contribuivano a portare avanti gli affari del mandamento: il primo, forte della sua esperienza e del prestigio criminale, fungeva da coordinatore mentre l’altro controllava le operazioni sul campo assicurandosi che gli ordini impartiti venissero rispettati. E per questo i boss si riunivano, faccia a faccia, per evitare che le loro conversazioni potessero essere ascoltate. Una precauzione inutile, visto che l’inchiesta è partita proprio da una riunione, svolta a marzo del 2022, documentata per filo e per segno con tanto di fotografie dalla polizia. Il punto di ritrovo era un deposito di Villabate, di cui Arduino aveva la disponibilità: lui era arrivato in Mercedes, gli altri lo avevano raggiunto con gli scooter. A questo incontro, che avrebbe dovuto essere estremamente riservato, aveva partecipato tutto il gotha del mandamento di Brancaccio - Savoca, Romano, Caruso, Arduino e Tommaso Militello - ma anche Paolo Alcamo, fratello di Anastasio, esponente della famiglia mafiosa di Ficarazzi. Gli inquirenti hanno ricostruito numerosi summit, in particolare tra Savoca e Arduino, definito «l’anello di collegamento tra il vertice e l’ala operativa, che servivano «per trattare questioni illecite di interesse del sodalizio mafioso». Passeggiate, tra via Cimarosa, piazza Strauss, via Filippo Di Giovanni e via dei Nebrodi, in cui i due parlavano fitto fitto e che erano connotate «da particolari cautele per cercare di eludere eventuali attività investigative» come il linguaggio in codice e la totale assenza di telefoni cellulari.    

leggi l'articolo completo