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Il crollo del montacarichi, la Cgil lancia l'allarme: «Centinaia di casi, servono più ispettori»

Il crollo della scorsa notte ha fatto suonare il campanello d’allarme sull’abusivismo e i suoi rischi. In città sono centinaia i casi di abusi edilizi cosiddetti per necessità commessi da tante famiglie, costrette a rattoppare infissi o escogitare soluzioni fai-da-te: pezze per poter vivere all’interno di abitazioni diroccate o mai ristrutturate, fiaccate dal tempo, ma che rappresentano comunque un tetto sopra la testa. Nella palazzina al numero 7 di via Mura San Vito è successo questo: la vecchia scala era traballante e la coppia di anziani, stanchi di salire e scendere a piedi, avrebbe fatto il resto. «Li conosco, abbiamo rapporti di buon vicinato», spiega Nino Rocca, angelo custode delle tante anime del centro storico più povero, che ancor oggi combattono per sopravvivere tra le palazzine bombardate durante la seconda guerra mondiale e mai restaurate. «Io vivo lì, a pochi passi - dice Rocca -. La palazzina è abitata dalla coppia di anziani, che per comodità avevano scelto di installare questo montacarichi elettrico. Lo ha costruito lui, è un fabbro; doveva servire per trasportare da un piano all’altro le cose di casa e per salire e scendere. Forse le funi erano già logore o il peso eccessivo. Per fortuna sono tutti fuori pericolo e i bambini hanno solo preso uno spavento».

Il tema però rimane: facendo un giro per le vie interne del centro storico, salta subito all’occhio l’enorme quantità di situazioni perlomeno dubbie, realizzate grazie all’«arte» di amici e parenti, spendendo poco, a volte nulla, che nel breve termine portano benefici e parvenze di normalità ma anche tanti rischi. «Non mi stancherò mai di dire che non bisogna solo controllare grandi e piccoli cantieri - attacca Piero Ceraulo, segretario Fillea Cgil -. Bisogna mettere sotto la lente di ingrandimento queste situazioni, che in città sono centinaia. Temo che di questi episodi sentiremo ancora parlare: sono dettati dalla povertà, dall’assenza di una cultura della sicurezza, che va sempre più diffusa. Bisogna assumere più ispettori, andare a controllare questi casi, che proprio nel centro storico sono quasi a ogni angolo, sotto gli occhi di tutti».

Ceraulo svela un quadro allarmante, probabilmente già più che noto, ma che rimane lì. «Eppure qualcosa si stava muovendo - sottolinea -. Il tanto bistrattato superbonus, che sicuramente ha avuto delle pecche e andava rimodulato, ha però restituito dignità ad alcuni palazzi e palazzine. Lo si nota andando in giro: togliendolo e demonizzandolo, invece, si è favorito nuovamente il nero, e questi sono i risultati».

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