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Maxi evasione Iva, gli affari brasiliani del mafioso Lo Manto e l'idea di sparare al boss

Le grandi manovre di Toni Lo Manto e gli scontri con Nino Spadaro per un investimento immobiliare andato male

Il business delle arance tra la Sicilia e la regione brasiliana del Rio Grande do Norte, cavallo di Troia per nascondere gli affari immobiliari e le scatole cinesi di Cosa nostra che spaziavano dal Sud America alla Svizzera e Singapore, torna nelle pieghe della maxi-inchiesta della Procura Europea per la frode all’Ue.

La punta dell’iceberg - gli affari carioca - di rapporti e intrecci che legano professionisti, broker, imprenditori e boss, tra cui sarebbero nate frizioni proprio a causa di un investimento immobiliare andato male: pomo della discordia tra Nino Spadaro, Giuseppe Calvaruso (detto Gnometto) e Giuseppe Bruno - i primi due tra gli esponenti di spicco della mafia nostrana della Kalsa e Pagliarelli, il secondo imprenditore bagherese prestanome di Rodolphe Ballaera (tra le menti delle frodi) e Calvaruso - l’Herons Bay, hotel di Marsala, nella zona dello Stagnone, che avrebbe creato più di una perdita finanziaria al gruppo criminale.

Tanto da portare, nell’ottobre del 2021, Giuseppe Bruno e il boss Calvaruso a sfiorare l’idea di far sparare a Ninuzzo Spadaro: e lui, il figlio di Tommaso Spadaro - don Masino, il Re della Kalsa - si sfogava con un interlocutore a proposito di Toni Lo Manto, anche lui invischiato negli affari marsalesi e anche lui originario e residente alla Kalsa.

Un servizio completo di Davide Ferrara sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola oggi

 

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