Mafia, scaduti i termini: a Palermo torna libero il boss Corona, il «re delle scommesse» all’Ippodromo
Torna in libertà Giuseppe Corona, condannato a 15 anni e 2 mesi in appello considerato il «re delle scommesse» all’Ippodromo di Palermo. Avrebbe effettuato investimenti per le famiglie di Porta Nuova e di Resuttana, tra centri scommesse, Compro oro e persino la vendita di preziosi al monte dei pegni. È accusato di riciclaggio e intestazione fittizia e sottoposto al carcere duro del 41 bis a Milano Opera. Lo scorso marzo, per lui sono scaduti i termini massimi di custodia cautelare, la terza sezione della Corte d’Appello, da cui si attende il deposito delle motivazioni della sentenza, ha accolto la richiesta degli avvocati di Corona, Giovanni La Bua e Antonio Turrisi. L’imputato, ristretto in regime di massima sicurezza, è tornato libero. E così resterà fino a conclusione del processo. Corona faceva il cassiere alla caffetteria Aurora di via Crispi, nel capoluogo siciliano, e il suo ruolo è emerso nel 2018 con l’operazione «Delirio» della guardia di finanza. In primo grado, nel 2022, gli erano stati inflitti 19 anni di reclusione, in appello era stato condannato a 15 anni. Lo ha deciso la terza sezione della Corte d’appello di Palermo, che ha preso atto della scadenza (l’arresto risaliva al 2018) e ha ordinato la remissione in libertà di Corona, che si trovava al regime di carcere duro del 41 bis, perchè considerato il reggente del mandamento di San Lorenzo. In primo grado aveva avuto 19 anni, in secondo 15, ma la sentenza, pronunciata il 27 marzo scorso, non è stata ancora depositata e non si può nemmeno fare ricorso in Cassazione. È il secondo caso nel giro di pochi giorni, dopo il ritorno in libertà dei dieci condannati ritenuti vicini al boss Matteo Messina Denaro: pure loro avevano fruito della decorrenza dei termini, per un processo durato troppo.