Il fratellino più piccolo di quattro anni è stato estubato e domani potrebbe lasciare il reparto di rianimazione dell’Ospedale dei Bambini. Dal Di Cristina giungono notizie confortanti per il minore dei tre fratellini di origine tunisina, sopravvissuti all’incidente dello scorso sabato sulla statale per Sciacca dove i genitori, Walid e Zina Moussa, rispettivamente 42 e 44 anni, sono morti sul colpo dopo lo scontro frontale tra la loro Mercedes classe C e una Toyota Rav 4 guidato da Riccardo Pardi, cinquantunenne palermitano, anche lui deceduto sul colpo, all’altezza dello svincolo per Giacalone. I corpi dei coniugi, appena possibile, saranno imbarcati per la Tunisia senza passare da Ribera, dove risiedeva la famigliola: la decisione è arrivata dopo alcune ore di consultazioni, tra domenica pomeriggio e ieri mattina, con un incaricato del consolato tunisino e il tutore dei bambini, nominato dalla Procura dei minori. Il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo, aveva aperto alla possibilità di svolgere i funerali nel paese, dove abitano anche altri parenti, pienamente integrati nel tessuto sociale del centro abitato. Invariate, invece, le condizioni dei due più grandi, entrambi ancora in coma indotto. Il maggiore, otto anni, è stato operato d’urgenza alla testa nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Civico a causa delle gravi emorragie cerebrali, mentre quello di sei anni è stato trasportato sul letto operatorio dell’Ortopedia pediatrica per la riduzione di una frattura femorale esposta: entrambi si trovano ancora intubati nel reparto di Rianimazione. A preoccupare di più i medici sono le condizioni del più grande, tenuto stretta osservazione. Intanto, nella struttura ospedaliera pediatrica si lavora con gli assistenti sociali per assistere il piccolo di quattro anni: «Adesso stiamo dando supporto psicologico - spiega il direttore dell’azienda sanitaria del Civico e del reparto di Emergenza dell’Ospedale dei Bambini Domenico Cipolla - il piccolo parla soltanto l’arabo quindi è necessario l’intervento di un mediatore culturale che faccia da interprete». Per il momento, non è stato ancora sondato il terreno dei ricordi: «Non è facile - prosegue Cipolla - e il bambino ancora è debole, per lo più dorme». Quello dei ricordi potrebbe essere un elemento chiave per i carabinieri che stanno indagando per ricostruire la dinamica dell’incidente, per il quale sono al momento al vaglio le immagini delle telecamere della videosorveglianza. Intanto, in ospedale, accanto ai bambini, ci sono lo zio e i parenti: fin dal giorno dell’incidente, non hanno mollato un attimo i piccoli e i medici, chiedendo costantemente aggiornameni all’equipe guidata da Cipolla, tra cui figurano anche gli specialisti Marcello Piazza e Luca Maria Lagalla.