All’età di 80 anni, dopo una malattia, è morto a Palermo padre Giacomo Ribaudo, il «prete antimafia» che non amava questa etichetta, attribuitagli per la sua attività sul territorio, nei quartieri a rischio del capoluogo siciliano. In un’intervista raccontò che alcuni mafiosi gli avrebbero riferito nel 1993 la volontà di Bernardo Provenzano di dissociarsi, cosa che non avvenne.
Il parroco della Magione, di Maria Santissima del Carmelo ai Decollati, nel quartiere della Guadagna, e di San Giuseppe di Villabate, nel '93 chiese ai mafiosi di convertirsi. «Il nostro ruolo è culturale e sociale, mentre i compiti di repressione spettano allo Stato - diceva - Noi dobbiamo annunciare il Vangelo e difendere i deboli, promuovere la giustizia e la solidarietà, contro ogni forma di prepotenza e di prevaricazione. Di fronte al fenomeno mafioso, i parroci non devono esitare a denunciare con forza anche le connivenze politiche e istituzionali».
Il sindaco Roberto Lagalla ha espresso il suo cordoglio a nome di tutta l'amministrazione comunale: «La scomparsa di padre Giacomo Ribaudo è una grave perdita per la Diocesi palermitana e per la città - ha detto - ha dedicato la sua vita alle persone più deboli nei quartieri più difficili di Palermo, diffondendo con forza importanti messaggi di coraggio, denuncia e giustizia sociale contro l’influenza e la prepotenza della mafia. Il suo esempio non verrà mai dimenticato. A nome mio e dell’amministrazione esprimo il mio cordoglio alla famiglia di padre Ribaudo e alla chiesa palermitana».
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