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Palermo, ecco la Santa Rosalia ribelle. Lo Sperone diventa un museo a cielo aperto

Santa Rosalia si affaccia da un alto palazzo dello Sperone e il suo sguardo ribelle, con cui protegge una piccola Rosalia, è una sfida al presente: così l’hanno vista questa mattina bambini e bambine, ragazze e ragazzi, del quartiere popolare palermitano diventato ormai, con 14 murales, un museo a cielo aperto. «Le Rosalie ribelli - ha spiegato Antonella Di Bartolo, preside dell’istituto Sperone Pertini - è una tappa importante di un percorso di consapevolezza e di autodeterminazione in cui proviamo a far crescere insieme alle famiglie, i nostri bambini e le nostre bambine. Per noi sono Rosalie come Rosalii, è rivolto a bambine e bambini in egual misura. É una ribellione che non porta ad alzare la voce e le mani, ma porta ad alzare la testa, per prendere le distanze da ciò che non piace, non convince e non è coerente con il proprio sentimento, la propria volontà e i propri desideri. Questa ribellione è raffigurata nel murale da una bambina che prende le distanze, con questa postura, che è una citazione artistica colta, del Van Dyck, ma che interpreta perfettamente con questo sguardo dritto e fiero, il posizionamento delle nostre bambine e dei nostri bambini. Ci sembra bellissimo che Giulio Rosk abbia interpretato una Santa Rosalia che guarda e sostiene tutti i passanti con uno sguardo limpido e accogliente e che abbraccia con dolcezza e fermezza la nostra piccola Rosalia. Entrambe simbolo di ribellione che nasce dalla consapevolezza e dalla libertà che si va costruendo passo dopo passo, momento dopo momento, a scuola e fuori dalla scuola».

«L'opera - aggiunge Rosk - rappresenta una delle più classiche iconografie di Santa Rosalia, ma non si limita a raffigurare la Santa. Accanto a lei, infatti, appare l’immagine di una bambina. Entrambe sono figure ribelli: Rosalie che non accettano il presente. Da un lato, Santa Rosalia si oppone e si ribella alle imposizioni della sua famiglia; dall’altro, la piccola Rosalia, con un gesto involontario di coprirsi il naso (tipico di chi avverte un cattivo odore), ci fissa con uno sguardo intenso e contrariato. Anche lei rifiuta il presente e, attraverso quello sguardo, sembra voler incitare chi osserva a cambiare la realtà. L’immagine richiama la figura dell’angelo presente nella Santa Rosalià di Van Dyck, conservata all’oratorio del Santissimo Rosario in San Domenico a Palermo. Anche in quell'opera, un piccolo angelo si copre il naso, disturbato dal fetore che si diffondeva nelle strade di Palermo durante l’epidemia di peste. Questo dettaglio iconografico, oltre a riprendere un elemento storico, diventa simbolo di un disagio che attraversa le epoche e si rinnova nello sguardo della giovane Rosalia». «É un’opera simbolica - sottolinea il sindaco, Roberto Lagalla - non solo per il quartiere, ma per tutta la città. Santa Rosalia ha liberato Palermo dalla peste, ma ci sono altre pesti che caratterizzano la società di oggi e influenzano la nostra città e il concetto di ribellione, nel senso più alto del termine, deve essere da sprone, soprattutto per le giovani generazioni che non devono accontentarsi o accettare passivamente ciò che non va. É fondamentale, dunque, che questi messaggi passino soprattutto dalla scuola». «La nostra associazione - aggiunge Antonella Angelini, presidente di L’Arte per crescere - si occupa di allattamento, di mamme, di famiglie che riescono a superare momenti di criticità grazie al sostegno di altre mamme, di altre famiglie. Con Le Rosalie ribelli, un progetto di comunità, ritroviamo la nostra missione originaria: saper andare oltre le difficoltà, turandosi il naso se necessario, voltando pagina con la forza d’animo che solo la ribellione gentile può generare. Una ribellione fatta insieme, con gli altri, non contro. La nostra speranza è che le donne e le mamme dello Sperone e di tutta Palermo possano ispirarsi a questo muro per andare oltre nel loro quotidiano travaglio».

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