I progetti Pon organizzati alla scuola Giovanni Falcone, nel popolare quartiere Zen, erano tanti e finanziati dall’Ue col fine di integrare gli alunni in un territorio difficile di Palermo. «Giochiamo insieme divertendoci e imparando», «Cresco nel rispetto», «Conoscere per conoscersi», «Cresco e imparo, «Io competente in», i titoli delle iniziative. Peccato che ai corsi hanno preso parte pochissimi ragazzi del quartiere e i soldi dei progetti sarebbero finiti non solo nelle tasche della preside Daniela Lo Verde e del vicepreside Daniele Agosta, arrestati ad aprile dello scorso anno con l’accusa di corruzione e peculato, ma anche ad altri 13 insegnanti impegnati come esperti o tutor.
Non appena nel 2022 arrivò la proroga delle indagini preliminari, sostengono gli inquirenti, la preside e il vicepreside, capendo di essere finiti nel mirino, cercarono di sistemare i fogli presenza degli alunni che avevano partecipato ai corsi per non far scoprire i raggiri messi in atto.
«Non ho capito cosa si deve fare con questi fogli firma», diceva la preside Lo Verde intercettata mentre parlava con il vicepreside Agosta, cercando di risolvere i problemi legati alla mancata partecipazione degli allievi ai progetti. «Che domani mattina si scende, si fanno firmare gli altri bambini, tranne quelli che si sono ritirati e si caricano» rispondeva il vicepreside. «Ha cominciato a fare traccheggi (imbrogli ndr)», diceva la dirigente scolastica.
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