Tre quarti dei lavori pubblici sotto i cinque milioni di euro sono affidati, in provincia, senza gara pubblica e con procedure che potrebbero aumentare il rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose. E la discrezionalità sulla decisione finale rischia di avere un ruolo preponderante nel sistema.
Il grido d'allarme arriva direttamente dai costruttori. Il pulpito potrebbe essere il meno sospettabile di lamentazioni, quando si parla di lavori affidati in maniera veloce, anzi spesso sospettato nell'immaginario collettivo di sostegni poco trasparenti. Eppure il fenomeno ha assunto dimensioni tali da mettere in allarme la sezione cittadina dell’Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili che ieri, con una nutrita rappresentanza della base, ne ha discusso davanti al prefetto Massimo Mariani e ai rappresentanti degli Ordini professionali, dei sindacati e dell'amministrazione comunale, presente con l’assessore Fabrizio Ferrandelli.
Un servizio completo di Giancarlo Macaluso sull'edizione di Palermo di oggi del Giornale di Sicilia
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