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Palermo, la banda dei furti d'auto faceva anche rapine: così il colpo a mano armata in un'impresa di via Patti

Via Patti, a Palermo

Nel vasto campionario dei reati commessi dagli specialisti dei furti con cavallo di ritorno ci sono anche una rapina con sequestro di persona e colpi messi a segno con auto rubate poco prima. È quanto viene fuori dall'indagine che ha portato ai sette arresti eseguiti ieri (27 settembre) a Palermo.

Il raid più cruento risale alla notte del 14 aprile del 2022, quando Mirko Lo Iacono, Francesco Nappa, Giuseppe Basile, Stefano Randazzo, assieme a un minorenne per il quale si procede a parte, avrebbero fatto irruzione in un’azienda di via Patti, dopo avere scavalcato la recinzione, e con una pistola avrebbero immobilizzato il guardiano. Il dipendente della ditta fu minacciato con l’arma, poi venne legato a una sedia con delle fascette di plastica e del nastro adesivo e rinchiuso nel bagno dell’ufficio. I malviventi si misero all’opera per tentare di rubare due camion, senza però riuscire a metterli in moto. E fuggirono con alcuni arnesi del valore di poco superiore ai 300 euro. I banditi, così come ricostruito dagli investigatori grazie all’esame delle immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza dell’impresa, agirono a volto coperto e rimasero all’interno dello stabilimento per circa 50 minuti. La vittima dell’assalto aveva raccontato che tutti i malviventi indossavano i guanti, tranne uno che aveva una cazzottiera. I sospettati, che in più di un’occasione erano stati notati insieme durante controlli delle forze dell’ordine, sono stati intercettati e le loro parole sono servite agli inquirenti anche per rafforzare il quadro accusatorio nei confronti degli indagati.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, c’è anche un altro assalto notturno. Il 9 luglio del 2022 un gruppo di quattro malviventi usò una Lancia Y e una Fiat Panda per divellere il distributore automatico di sigarette di una tabaccheria di viale Strasburgo. I mezzi utilizzati a mo' di ariete consentirono ai banditi di portare via l'apparecchiatura nella quale c'erano prodotti del valore di 6.500 euro e danaro in contanti per 500 euro). Quella stessa notte, il gruppo aveva provato a portare via anche il distributore di un’altra tabaccheria, in via Carbone. Un colpo fallito, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza installate nel negozio poi acquisite dagli investigatori. E proprio le immagini, oltre alle intercettazioni nei confronti di alcuni indagati, hanno consentito agli inquirenti di acquisire numerosi indizi sul conto dei personaggi dello Zen. Utili ai fini dei riconoscimenti, sono stati anche indumenti e caschi sequestrati in casa dei sospettati. A diversi soggetti sono state trovate scarpe da tennis, felpe e magliette del tutto identiche a quelle indossate durante i colpi, così come emerso dall’esame delle immagini compiuta da carabinieri e poliziotti. Che ieri hanno fatto scattare l’operazione con gli arresti.

Nella foto la via Patti

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