I trafficanti indicavano nelle pagine social il costo del viaggio, (circa 4.600 euro a persona) le modalità di pagamento (tramite trasferimenti sui circuiti money transfer) ed il tipo di viaggio garantito (ad esempio viaggi VIP).
In prevalenza si tratta di account in uso a trafficanti attivi in Libia, ma anche in Egitto, Paese dal quale non si registrano partenze di navi ma che, secondo gli investigatori, le organizzazioni gestiscono i viaggi dei migranti.
Gli investigatori sono riusciti a far chiudere le pagine internet e social usate dai trafficanti di uomini grazie alla collaborazione con la società Meta Platforms Inc., la proprietaria di Facebook.
In tutto, con il coordinamento della Procura distrettuale di Palermo, sono stati svolti accertamenti su più di 1000 tra pagine, gruppi e profili social, di cui 728 sono stati chiusi e altri sono in corso di chiusura.
Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori delle pagine per attrarre nuovi «clienti», in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonchè veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.
Le indagini, avviate lo scorso novembre, hanno permesso di trovare riscontri ad inchieste in corso, e di acquisire informazioni sui luoghi di partenza o transito dei migranti e su nuove modalità di trasporto, utili anche ai fini del monitoraggio del fenomeno e dello scambio informativo diretto con i collaterali organismi di polizia libici e tunisini.
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