Palermo, gli autisti dell'Amat malati del dopo Ferragosto lasciano a piedi turisti e cittadini
Il day after della festa lascia molti... a piedi, a Palermo. Dopo il turno festivo del Ferragosto, 16 autisti dell’Amat hanno presentato ieri mattina certificato medico: ammalati, in blocco, e assenti assieme ai 17 attualmente in congedo parentale. Significa, in pratica, che la città assolata e piena di passeggeri alle fermate con cappelli da mare e guide turistiche, è rimasta orfana di oltre trenta bus attesi invano o per molto tempo in più del previsto passaggio perché mancava materialmente chi li guidasse. E altri trenta mezzi, giusto per fare l’en plein del disagio con il solleone, erano già fermi anche per guasti vari che nessuno poteva riparare. Risultato, sulle 150 vetture giornaliere che l’Amat ha messo in pista per coprire il fabbisogno estivo, ieri ne circolavano appena 90. Il minimo storico dall’inizio della bella stagione, nella quale in realtà quei 150 bus non hanno mai regolarmente circolato tutti assieme: un giorno ce ne sono stati 120, un altro 124, insomma servizio a spizzichi e bocconi ma mai garantito per come doveva essere. Ieri assalto alle corse dell’806, che collega via Libertà a Mondello, e che sono state regolarmente garantite. Il presidente dell’Amat, Giuseppe Mistretta, ha scambiato telefonate di fuoco con la direzione dell’azienda, che vuole vedere chiaro su queste assenze, farà accertamenti e già da ieri è entrata in contatto con i servizi ispettivi. «L’assenteismo è una piaga che rovina la reputazione di altri lavoratori dell’azienda - spiega Mistretta - che invece si impegnano e hanno a cuore il destino dell’azienda». Ma intanto la domanda è legittima: perché non sono stati richiamati altri autisti? Chiara la risposta: non ce ne sono. Ed è il problema principe. Non è certo il primo weekend estivo in cui sono successi fatti del genere: in parole povere i malati fioccano tra sabato e domenica. Gli autisti in organico sono circa 700 e secondo i sindacati ne servono subito altri 100 per garantire la qualità del servizio: «La maggior parte ha in media 55 anni - spiega Totò Girgenti, della Cisl -. Molti sono andati in pensione dopo avere raggiunto l’età di 61 anni e 7 mesi, altri che hanno comunque maturato il diritto sono rimasti in servizio. Serve un ricambio generazionale». Ma non sono solo gli autisti a fermare i mezzi. L’officina attende da anni l’ingresso di 41 meccatronici, fondamentali per la riparazione dei bus che per ora restano inutilizzati per guasto. Il concorso bandito anni fa è al palo e non si vedono arruolamenti all’orizzonte. Altro capitolo riguarda gli ausiliari del traffico che da decenni attendono il passaggio al tempo pieno. l’azienda ha già assicurato che l’organico sarà rinforzato. Il problema, con le partecipate del Comune, è sempre lo stesso: quando?