Cucine componibili con tanto di elettrodomestici in dotazione fanno esposizione fissa sulla strada. Non c’è una telecamera a controllare chi ha composto quella insolita vetrina del degrado in via Altofonte, a Palermo, dove mobili e tutto il rifiuto esistente in natura (dai sacchetti con i resti di immondizia agli ingombranti) viene lasciato su marciapiedi e davanti ai portoni delle case dei residenti. E la Rap, con gli operatori senza straordinario e mezzi rotti, arranca nella raccolta.
Dal centro alla periferia, cartoline della vergogna: anche ieri (26 luglio la città ha restituito la solita fotografia del degrado con sporcizia e cassonetti strapieni. L’istantanea di via Altofonte, nel dettaglio, ieri è passata in diretta sotto le mani dei consiglieri della quarta commissione Antonino Randazzo, Germana Canzoneri, Giovanna Rappa ed il presidente Salvo Imperiale, riuniti in una seduta in loco dopo le proteste dei residenti. È l’arteria che da anni è diventata di fatto «il grande cassonetto» dell’hinterland monrealese, da dove partono verso la città anche i pendolari della munnizza.
Beccarli sul fatto è una camminata in salita, anzi una scalata al monte Everest, visto che il Comune, attraverso la sua partecipata Sispi, ieri ha certificato la presenza di sole 10 telecamere mobili su tutto il territorio comunale a guardia delle potenziali discariche a cielo aperto. Una guerra senza armi, quindi, quella dichiarata a chi abbandona spazzatura creando allarme igienico- sanitario e rendendo impossibile il lavoro di Rap, che ha già seri problemi da risolvere per garantire la raccolta.
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