Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il Comune di Palermo intima la riparazione del marciapiede ai titolari di un'autorimessa, ma non spetta a loro

In prossimità di uno dei due ingressi un passante era caduto e si era fatto male, ma come stabilito dal Tar i lavori non spettavano agli imprenditori

Alessandro Palmigiano

Il Comune di Palermo lascia in stato di abbandono tantissimi marciapiedi e strade, ma quando si tratta di intimare la sistemazione in aeree che potrebbero appartenere a privati è perentorio e impone precise prescrizioni da eseguire in pochissimo tempo. Anche se poi si scopre che è lo stesso Comune a dover fare la manutenzione dei marciapiedi. È quanto hanno visto riconosciuto i titolari di una autorimessa palermitana. In prossimità di uno dei due ingressi, un passante è caduto e si è fatto male. Per eliminare il pericolo è stata notificata un’ordinanza per l’esecuzione immediata di messa in sicurezza di un tratto di marciapiede sottostante la griglia di areazione, che era sprofondata.

Un provvedimento motivato dalla necessità di eliminare una situazione «di alto rischio per l’incolumità delle persone che utilizzano a qualsiasi titolo le aree di proprietà privata, percorrendo il tratto di marciapiede interessato dallo sprofondamento delle griglie di areazione, presenti nel tratto antistante l’immobile».

Contro quel provvedimento i titolari, ritenendo che i lavori non spettassero a loro, hanno presentato una nota di osservazioni contro l’ordinanza, accompagnata da una perizia a firma di un architetto, la quale attestava che l’intercapedine sottostante alla griglia di areazione ceduta dai locali dell’immobile di proprietà, non era accessibile. E che serviva unicamente per il ricambio dell’aria, l’isolamento e la protezione dall’umidità dell’intero edificio condominiale. La nota non ha sortito l’effetto sperato e così i proprietari, assististi dagli avvocati Alessandro Palmigiano e Licia Tavormina (nella foto), hanno presentato un ricorso al Tar.

I giudici amministrativi della seconda sezione, con presidente Federica Cabrini ed estensore Fabrizio Giallombardo, hanno accolto la tesi, affermando che «l’intervento di riparazione per cui è causa dovrà essere adeguatamente - e tempestivamente - posto in essere dalla resistente amministrazione, onde prevenire ulteriori gravi episodi, come quello alla base dell’odierna controversia».

«La sentenza è interessante – ha commentato l’avvocato Alessandro Palmigiano – perché il Tribunale ha chiarito una vicenda che spesso accade, quando si verificano delle situazioni di pericolo in aree in prossimità di proprietà privata. L’amministrazione pubblica tende a far gravare sui cittadini l’obbligo di manutenzione, del quale, invece, per legge, quasi sempre, deve farsi carico direttamente».

Caricamento commenti

Commenta la notizia