C’è il Festino e c’è il post Festino. E gli sport del «tiro al corteo» e del «colpisci la santa» sono tra i più ambiti. Ma è anche vero che dopo tanti boatos sul Quattrocentesimo è normale e umano che ce ne siano altrettanti di commenti, positivi e negativi. Sui social si inseguono foto, video e naturalmente, critiche: soprattutto gli strali hanno colpito i dj in consolle, e la musica sparata dagli amplificatori sulla folla, da Porta Felice in poi. C’è stato chi ha rimpianto gli acrobati ai Quattro Canti – ma la cifra di Marco Balich è un’altra, basta scorrere i suoi precedenti lavori per gli Europei – e chi non ha apprezzato i Diavoli di Prizzi o gli sbandieratori. Chi non ha amato i due carri di supporto al carro della santa e chi ha giudicato la Rosalia di Giacomo Rizzo, una «statua modello Casamonica» (testuale sui social). C’è chi ha trovato il carro troppo alto, e chi lo voleva più lungo e a forma della tradizionale barca, e non di giglio. Insomma, come ogni anno il Festino divide, chi lo giudica magnifico e chi lo avvicina al Carnevale di Rio e lo relega al kitsch. Per non parlare della sicurezza: spintoni, selfie e interferenze. La confusione del festino è nota e non ci si meraviglia mica per un piede pestato o qualche colpo di troppo.
Ma quando questi irrompono nel mezzo del corteo degli artisti, ecco che qualche problema in più può nascere. E camminando al fianco di chi ha intrattenuto con le sue performance i 400 mila visitatori che hanno affollato il Cassaro, alcune falle si sono notate.
Un servizio completo di Simonetta Trovato e Davide Ferrara sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia