Palermo

Domenica 06 Ottobre 2024

Palermo, arriva il permesso per il detenuto: il battesimo evangelico con immersione si terrà al carcere dei Pagliarelli

Era il terrore di commercianti e ambulanti, ora il detenuto, figlio e nipote di boss della camorra, ha cambiato completamente vita, tanto che si battezzerà con il rito dell’immersione, così come prevede la fede cristiana evangelica che ha abbracciato in cella. Nel corso delle sue giornate, infatti, prega, legge la Bibbia, segue la messa e trascorre diverse ore dedicandosi alla lettura delle Sacre Scritture e alla preghiera. Una conversione totale e profonda che lo ha spinto a chiudere con il passato: il 2 agosto dovrebbe coronare il suo sogno con una cerimonia che si svolgerà all’interno del carcere dei Pagliarelli. Il percorso per riuscire a esaudire il suo desiderio è stato però tortuoso: la sua prima richiesta era stata respinta dal magistrato di sorveglianza, poi c’è voluto qualche tempo affinché la direzione della casa circondariale approvasse la pratica, dando il via libera alla funzione. L’uomo, 34 anni, grazie al servizio spirituale offerto da alcuni volontari all’interno del carcere, ha intrapreso un cammino che lo ha portato ad abbracciare i valori della religione. Tramite il suo avvocato Vanila Amoroso, aveva inoltrato la domanda per partecipare lo scorso 2 giugno alla celebrazione del battesimo in acqua in una comunità palermitana, ma il permesso di alcune ore, che gli avrebbe consentito di ricevere il sacramento assieme ad altri fedeli, non era arrivato. «Il magistrato di sorveglianza – ha spiegato l’avvocato Amoroso – aveva rifiutato di dare il suo benestare affermando che, a suo parere, il battesimo per immersione non fosse l’unica modalità ammessa dalla comunità evangelica. Aveva specificato inoltre che la cerimonia religiosa si sarebbe potuta tenere tranquillamente all’interno del carcere predisponendo quanto necessario». In realtà, il rito cristiano evangelico prevede espressamente che il battesimo avvenga per immersione totale, mediante l’utilizzo di una vasca o piscina gonfiabile, e non per aspersione sulla testa come per i cattolici. Per questo motivo il legale aveva inoltrato la stessa istanza alla direzione dei Pagliarelli evidenziando la disponibilità del pastore che «si era offerto di trasportare e montare la sua piscina gonfiabile nel giorno eventualmente stabilito per la funzione se la struttura ne fosse stata sprovvista». Ed in effetti così è stato: il direttore Maria Luisa Malato ha concesso l’autorizzazione per organizzare la liturgia in base alle norme della chiesa evangelica anche se la risposta si è fatta attendere a causa della rigida burocrazia dell’amministrazione penitenziaria. «L’articolo 19 della Costituzione – ha sottolineato l’avvocato Amoroso - stabilisce il principio della libertà religiosa, non solo intendendola come libertà di credo, ma anche di professare liberamente i riti della propria fede e ciò vale anche per i detenuti. Il regolamento penitenziario dispone addirittura che nella cartella personale di chi è ristretto venga indicata la religione di appartenenza per garantire che si possa godere anche all’interno dell’istituto penitenziario del diritto di manifestare e praticare il proprio culto, anche nell’ottica del loro reinserimento sociale». Ci sarebbe, invece, un problema materiale a cui non si riesce ancora a trovare una soluzione: il trentaquattrenne, invalido civile al 100 per cento, ha avuto assegnata una pensione ma non può riscuotere né gli arretrati – che ammontano a più di 29 mila euro – né l’assegno mensile perché non è riuscito ad avviare le pratiche per l’apertura di un conto corrente o di un libretto postale. «Abbiamo chiesto di intervenire con urgenza – è ancora l’avvocato Amoroso a parlare – contattando l’agenzia postale di viale Regione Siciliana, l’unica della provincia che può eseguire queste operazioni. Da parte loro non ci sarebbero ostacoli a patto che ricevano il nulla-osta da parte della direzione del carcere per avviare le procedure. Si deve fare in fretta perché c’è il rischio che queste somme possano tornare indietro. Solo con un libretto o un conto corrente intestato a suo nome, l’ente previdenziale potrà erogare subito quanto gli spetta: si tratta di denaro che serve al mio assistito, non solo per far fronte alle spese legali, ma anche e soprattutto per aiutare economicamente la madre e gli altri componenti della famiglia che versano in uno stato di estremo disagio».

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