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Furti con spaccata a Palermo, lo sfogo di una vittima: «Danni ingenti per miseri bottini»

L'intervista alla titolare dell’esercizio commerciale di via Sampolo, Na Mamà

Danni per centinaia di euro a fronte di bottini miseri. La storia, da circa un anno a questa parte, è sempre la stessa: vetrine spaccate, porte e saracinesche divelte, che gravano sulle tasche degli imprenditori, costretti a giorni di chiusura in attesa di nuovi registratori di cassa per poter riavviare l’attività. «Per cosa?», si chiede la signora Angela, titolare dell’esercizio commerciale in via Sampolo, Na Mamà, ultima vittima della banda della spaccata.

«L’allarme ha squillato nel telefonino intorno alle 4,30 del mattino - racconta - ci siamo precipitati qui e abbiamo trovato l’amara sorpresa. La gioventù di oggi non ha più buon senso ed educazione. Si mettono a rischio per cosa, pochi euro?». I ladri hanno portato via il registratore di cassa, «dove dentro c’erano circa 40 euro - prosegue la titolare - giusto la cifra minima per poter aprire la mattina e avere già qualcosa. Il danno è anche emotivo: noi commercianti in cosa dobbiamo avere fiducia? Nelle istituzioni? Dopo che li trovano cosa fanno? Io mi devo rimboccare di nuovo le maniche, ripagare a mie spese i danni subiti e Palermo va avanti, fa finta di niente».

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