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Altavilla, incursioni nella villa degli orrori: Barreca in pericolo anche a Enna, trasferito nel carcere di Barcellona

Rubati una persiana della camera da letto e un lucchetto. L’avvocato Barracato presenta una nuova istanza: «Sia portato in un'altra struttura purché vicino alla sua residenza»

Giovanni Barreca ha lasciato il carcere di Enna per essere portato nella casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto che, con la riforma dell’ordinamento penitenziario, ospita detenuti e malati psichiatrici. È la seconda volta che l’ex imbianchino - accusato di avere ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel di 16 e 5 anni, con la complicità dell’altra figlia minorenne e di Sabrina Fina e Massimo Carandente nella strage di Altavilla Milicia - viene spostato in una struttura che possa garantirgli un controllo e un’assistenza migliore. Almeno questa è la versione ufficiale, in realtà anche questo nuovo trasferimento sarebbe stato deciso per la sua sicurezza dopo che, a Enna, alcuni detenuti gli avrebbero gridato insulti, tirandogli addosso anche alcuni oggetti. Una violenza solo verbale, che, però, dimostrerebbe l’insofferenza nei suoi confronti da parte degli altri reclusi. A fine marzo, invece, la direzione del carcere dei Pagliarelli aveva deciso di prelevarlo in tutta fretta e di mandarlo in un altro istituto di pena dopo le minacce ricevute per avere proposto di compiere un esorcismo per liberare il vicino di cella dalla possessione attraverso la preghiera: un atteggiamento che aveva incrinato i delicati equilibri all’interno della sua sezione, aumentando così il rischio di possibili ritorsioni.

Ma la distanza dal capoluogo starebbe creando numerosi problemi allo staff della difesa che ogni volta deve sobbarcarsi un lungo tragitto per avere un colloquio con Barreca: «Non capiamo questa disparità di trattamento rispetto a Sabrina Fina e Massimo Carandente. Certamente non è per tutelarlo, visto che a Barcellona, pur dovendo stare in isolamento, si trova invece in una cella assieme a un altro detenuto», ha spiegato l’avvocato Giancarlo Barracato, che ha presentato un’altra istanza, affinché «Barreca sia nuovamente condotto in carcere a Palermo o comunque in un’altra struttura vicina alla sua residenza, così come prevede la legge. Da Enna era stato trasferito lunedì scorso ma noi l’abbiamo saputo solo giovedì: se avessimo cercato di incontrarlo, non l’avremmo trovato perché nessuno ci aveva avvertito».

La Procura ha messo a disposizione degli avvocati tutti gli accertamenti compiuti sui tabulati e sui telefonini degli indagati: nei prossimi giorni saranno ascoltati dai magistrati Fina e Carandente mentre il loro difensore ha chiesto di fare un sopralluogo all’interno della villetta degli orrori, da dove sono stati rubati una persiana della camera da letto e un lucchetto che serviva per chiudere il cancello. Un furto alquanto strano: il sospetto è che sia il gesto sconsiderato di alcuni vandali anche se c’è chi ipotizza che si possa trattare di una sorta di macabro feticismo. In ogni caso gli investigatori hanno piazzato una telecamera, che viene illuminata di notte, per monitorare tutto quello che accade nei dintorni della casa e del giardino che la circonda.

 

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