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Una neonata morì tre giorni dopo il parto all'ospedale di Partinico: assolti tre medici

I genitori sono di Alcamo. Il processo a Palermo: gli avvocati degli imputati hanno dimostrato che le cure sono state adeguate e che la malformazione di cui soffriva la bimba non le avrebbe dato comunque scampo

Il giudice monocratico della quarta sezione del tribunale di Palermo ha assolto tre medici che nel 2018 erano in servizio all’ospedale di Partinico e che erano imputati della morte di una neonata, Caterina Ruisi, spirata dopo soli tre giorni dal parto. Dopo un’inchiesta lunga e complessa, una richiesta di archiviazione e due perizie di segno contrastante, è arrivata la sentenza del giudice Giangaspare Camerini, che ha accolto le tesi degli avvocati Mario ed Eleonora Grillo e Mauro Barraco: sono stati scagionati così il primario di Ostetricia Rocco Billone, la ginecologa Maria Pia Marino e il pediatra Giuseppe Russo. La famiglia era costituita parte civile, con l’assistenza degli avvocati Baldassare Lauria, Caterina Gruppuso ed Emanuela Scuto.

La bimba, nata il 23 gennaio di sei anni fa a Partinico, spirò due giorni dopo a Palermo, dove era stata trasferita d’urgenza, visto che la situazione stava precipitando. I genitori della piccola sono di Alcamo e si erano fatti assistere nel vicino ospedale partinicese, dato che la gravidanza (la quarta) della mamma era considerata ad alto rischio.

Dopo la richiesta di archiviazione, la consulenza fatta svolgere dalle «persone offese» aveva indotto il gip a disporre l’incidente probatorio con la consulenza tecnica d’ufficio, a cui aveva fatto seguito il rinvio a giudizio: dopo tre anni di processo, però, è arrivata l’assoluzione. La piccola, subito dopo essere venuta alla luce, aveva manifestato un grave stress respiratorio: le sue condizioni avrebbero richiesto il trasferimento in un ospedale attrezzato e i sanitari ritennero sufficiente lo spostamento in ambulanza e non con l’elisoccorso. A Palermo la bimba morì a causa di un’ipertensione polmonare congenita.

Fra le altre cose, la ginecologa Marino era accusata di non avere fatto seguire la puerpera in un ospedale meglio attrezzato di quello di Partinico, durante la gestazione, il pediatra di non avere ordinato un trasferimento immediato e col sistema più rapido (l'elicottero), attivando il cosiddetto Sten, il sistema di emergenza per l’assistenza ai neonati. La perizia eseguita nel corso delle indagini, con l’incidente probatorio, aveva messo sotto accusa la struttura ospedaliera di Partinico, il cui centro nascita era stato messo in discussione. Nel corso del dibattimento gli avvocati Grillo e Barreca avevano dimostrato però che le cure erano state adeguate e che la malformazione di cui soffriva la bimba non le avrebbe dato comunque scampo.

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