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Palermo, muore a 66 anni al Policlinico per un’infezione: aperta un'inchiesta, anche l'ospedale avvia una verifica

L’ipotesi sarebbe stata confermata dall’autopsia sulla paziente, Giovanna Garofalo. La procura indaga per omicidio colposo. La signora era stata ricoverata per un infarto e l'intervento al cuore era andato bene

Il Policlinico di Palermo

Potrebbe essere morta per un’infezione contratta al Policlinico di Palermo, dove era stata ricoverata in seguito ad un infarto. La circostanza sarebbe emersa anche dall’autopsia effettuata ieri (28 maggio) sul corpo di una donna palermitana di 66 anni, Giovanna Garofalo, deceduta sabato scorso. Aperta dalla Procura un’inchiesta per omicidio colposo al momento contro ignoti. Risposte più certe arriveranno tra 60 giorni, quando sarà depositata la consulenza medico legale dell’autopsia. Cruciali saranno i risultati sui tessuti e sugli organi prelevati nel corso dell’esame autoptico effettuato ieri pomeriggio. Le prime evidenze avrebbero mostrato segni di possibili infezioni compatibili con quelle di tipo ospedaliero.

L’inchiesta è stata aperta dal pubblico ministero Clio Di Guardo in seguito all’esposto presentato dai familiari della vittima, che hanno affidato l’incarico legale allo Studio 3A in collaborazione con l’avvocato Ornella Maria Cialona. La direzione generale del Policlinico ha disposto accertamenti interni per verificare la correttezza di tutte le procedure e il rispetto dei protocolli. La direzione esprime inoltre alla  famiglia «il più sentito cordoglio».

Come sostengono i figli della donna nella loro denuncia-querela, depositata lo stesso giorno del decesso al commissariato della stazione Oreto, tutto ha avuto inizio nella serata del 12 maggio, quando la signora Garofalo ha cominciato a lamentare forti dolori al petto. Per questo motivo è stata trasportata inizialmente al pronto soccorso dell’ospedale Buccheri La Ferla e dopo la visita specialistica al reparto di Cardiologia, dove è stato accertato che la paziente aveva un infarto in corso. La signora così è stata trasportata al Policlinico e sottoposta a un intervento di angioplastica al reparto di Cardiochirurgia. Sembrava che tutto fosse andato per il meglio ed era stata fissata una seconda operazione per migliorare ulteriormente la circolazione nei vasi sanguigni. Ma tre giorni dopo sono arrivate le prime complicanze: la paziente, secondo quanto riferiscono i legali della famiglia, è stata trasferita in un altro reparto per avere contratto un’infezione che aveva richiesto una cura antibiotica, prima di poter tornare in sala operatoria. Ma la situazione è precipitata. Il 16 maggio la signora è stata ricoverata alla Terapia intensiva cardio-toraco-vascolare per un’ulteriore infezione, febbre alta quasi fino a 40 gradi e lo stomaco e l’intestino gonfiati a dismisura.

I medici le hanno somministrato tre diversi tipi di antibiotico ma la terapia non ha sortito alcun effetto: alle 4 di notte del 25 maggio i figli sono stati avvisati del decesso della madre per arresto cardiaco dovuto alle complicanze della sepsi. Sequestrate le cartelle cliniche.

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