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Gioco d'azzardo online, Sicilia ai vertici anche nel 2023: Palermo la città nell'Isola dove si scommette di più

Il capoluogo è quarto in Italia con 2,8 miliardi di euro dopo Roma, Napoli e Milano. Catania è sesta con 2,1 miliardi

Il secondo libro nero dell'azzardo realizzato da Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, basato sui dati 2023 dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, purtroppo confermano che la Sicilia è una delle Regioni in cui si scommette di più in Italia.

Già l'anno scorso si era aperto squarcio inquietante sulla situazione del gioco in Sicilia, ma adesso la situazione è persino peggiore con quasi tutti i valori in crescita.

Il gioco d'azzardo online ormai è costantemente sopra a quello fisico per valore complessivo e la Sicilia è costantemente ai vertici della maggior parte delle classifiche, che vengono stilate sia per totale giocato che per totale annuale pro capite, sia per provincia che per capoluogo e per singoli comuni oltre i 10.000 abitanti.

Nella classifica provinciale per totale giocato nel 2023, Palermo è quarta in Italia con 2,8 miliardi di euro dopo Roma, Napoli e Milano. Catania è sesta con 2,1 miliardi.

Nella classifica del totale giocato nei soli comuni capoluogo di provincia, invece, Palermo è quarta con 1,49 miliardi e Catania è quinta con 723 milioni.

Passando alla classifica per spesa pro capite, invece, la Sicilia occupa tutto il podio: la provincia di Messina è prima (3.245 euro pro capite), quella di Palermo è seconda (3.244 euro) e quella di Siracusa è terza (3.203 euro).

Addentrandoci nelle giocate pro capite dei singoli comuni oltre i 10.000 residenti, poi, si scoprono numeri ancora più preoccupanti. Come i 5.144 euro di giocata media annuale a Patti, che sono persino superati dai 5.183 euro di Ficarazzi.

«Non possiamo che ribadire la nostra preoccupazione per queste dinamiche - commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa - e il nostro sospetto che dietro alcuni picchi di valore giocato ci siano dietro dei giocatori professionisti che, in alcuni casi, riciclano denaro per conto terzi. A volte anche per conto della mafia».

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