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Palermo, i ladri rubano i condizionatori dell'Università e compromettono dieci anni di ricerche scientifiche

Nei giorni scorsi la banda aveva spostato verso l'alto le telecamere della videosorveglianza e così ha potuto agire indisturbata. L'amarezza del direttore Giuseppe Ferraro

I ladri hanno rubato undici unità esterne dei condizionatori all’università di Palermo. Il colpo è stato messo a segno in corso Tukory al dipartimento di Biomedicina, neuroscienze e diagnostica.

Nel corso della notte sono state portate via le macchine creando disagi alle attività mediche e didattiche. Altro colpo è stato tentato in via Divisi nel dipartimento di Biologia e genetica. Qui altre due unità esterne sono state smontate, ma sono state abbandonate nei giardini. Sono state presentate denunce ai carabinieri. I militari hanno acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza per risalire agli autori del colpo.

«Per recuperare il ferro vecchio e qualche cavo di rame all’interno delle unità esterne dei condizionatori - commenta con amarezza Giuseppe Ferraro direttore del dipartimento di Biomedicina, neuroscienze e diagnostica avanzata - hanno mandato in fumo ricerche che andavano avanti da oltre 10 anni». Per il dipartimento è un duro colpo. Un danno non quantificabile. Nel suo dipartimento, in corso Tukory, i ladri hanno portato via le macchine e tranciato i fili, togliendo l’energia elettrica a potenti frigoriferi dove erano conservati i campioni di anni e anni di ricerche. «Purtroppo è un duro colpo - aggiunge Ferraro -. Il furto è stato compiuto di notte in una strada molto trafficata anche perché alle spalle c’è la movida di Ballarò, che va avanti fino a notte fonda. Per mettere a segno il furto abbiamo visto dall’impianto di videosorveglianza che i ladri hanno spostato verso l’alto le telecamere e così hanno potuto agire indisturbati. Già in precedenza nel dipartimento di patologia avevano rubato altre tre macchine. Due hanno cercato di portare via altre due macchine in via Divisi, le hanno abbandonate nel giardino».

«Ma il danno è stato fatto lo stesso. Con quelle di questi giorni il colpo è stato notevole, non solo per il valore degli impianti ma perché è stata compromessa la ricerca. C’è una guardiania che è stata voluta dall’Università, ma non il sabato e la domenica. Proprio sabato e domenica attorno all’una di notte le telecamere sono state spostate verso l’alto», conclude.

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