La buca killer, a Palermo indagini sulle fognature: sopralluoghi nel tratto di strada in cui ha perso la vita Fuschi
Una perdita d’acqua da una condotta potrebbe avere provocato il cedimento dell’asfalto e l’apertura della voragine nel tratto di circonvallazione in cui giovedì ha perso la vita Samuele Fuschi, di 38 anni. Sul fondo della buca, che nelle ultime ore si è allargata, sono emerse con evidenza tracce di liquidi. I vigili urbani, assieme ai tecnici della sezione Lavori pubblici del Comune e dell’Amap, venerdì hanno compiuto un sopralluogo sul punto dell’incidente e sospettano che una falla nei canali di smaltimento delle acque piovane o delle fognature possa avere determinato il crollo del manto stradale.
Indagini alle prime battute
L’indagine per omicidio colposo sulla morte di Fuschi, che viaggiava in sella a uno scooter Honda Sh, sono alle prime battute: il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il pm Ludovica D’Alessio hanno delegato la Protezione civile a compiere accertamenti tecnici sulla voragine. Di certo, come raccontato da alcuni testimoni, l’asfalto era da giorni avvallato ma resta da comprendere se la grossa buca si sia aperta prima o dopo il passaggio di Fuschi. La perizia sulla moto, finita sotto sequestro, sarà determinante. Il corpo dell’uomo è stato trovato a 47 metri di distanza dalla buca, così come accertato dagli agenti dell’infortunistica della polizia municipale, ai quali sono affidate le indagini sulla parte relativa all’incidente. I vigili, che hanno stilato un primo rapporto sull’accaduto, domani dovrebbero presentare un articolato fascicolo alla magistratura.
Nel mirino gli interventi fatti sulla strada
Al centro degli accertamenti anche gli interventi sulla strada compiuti nel tempo: sul luogo della tragedia è visibile un lungo rattoppo di bitume. Gli inquirenti vogliono stabilire che tipo di opere siano state eseguite, da quali imprese e quando. Il drammatico caso ripropone infatti con forza l’allarme sicurezza sulle strade della città, ridotte in condizioni pessime e piene di fosse che rendono rischiosa la guida ma anche il passaggio dei pedoni. Per ricostruire le fasi dell’incidente mortale, gli agenti sono andati alla ricerca delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installati nella zona, ma attendono contributi anche da eventuali testimoni, cittadini che transitavano su viale Regione e che hanno assistito al sinistro di cui è rimasto vittima Samuele Fuschi. «Sono passato da quel punto poco prima dell’incidente, c'era un avvallamento, sono riuscito a evitarlo perché in quel momento mi trovavo sulla corsia di sorpasso - racconta sul sito gds.it Francesco Guagliardo, un giovane che percorre spesso viale Regione -. Passo frequentemente da lì per lavoro. Intorno alle 14,10 ero alla guida della mia auto, quando ho notato l’avvallamento. Era vistoso, io ero ancora distante quando l'ho visto e per fortuna ero sulla sinistra, in fase di sorpasso. Sono così riuscito a non passarci sopra. L’asfalto stava cedendo, ma la buca non c’era ancora. Potrebbero essere passati nel frattempo dei mezzi pesanti che hanno inevitabilmente contribuito al cedimento. Quello che è successo è terribile, poteva capitare a chiunque».
Caccia alle responsabilità
Adesso le indagini dovranno stabilire cosa è esattamente accaduto. Secondo il comandante della polizia municipale, Angelo Colucciello, «la voragine si è aperta dopo l’arrivo dei vigili. C’era un avvallamento della strada ed era stato posizionato un birillo, che è stato inghiottito dalla fossa apertasi improvvisamente». La moto non aveva copertura assicurativa, era senza revisione, aveva subito un sequestro amministrativo e non poteva circolare su strada. La vittima era in possesso della sola patente A e non avrebbe quindi potuto guidare una moto oltre i 150 centimetri cubici di cilindrata. Dettagli che potrebbero valere ai fini degli eventuali risarcimenti. Mentre prosegue la caccia alle responsabilità.