La tragedia di Casteldaccia, la testimonianza di un operaio: «Ho lanciato una corda ai miei colleghi ma li ho visti cadere come birilli»
«Cadevano come birilli». Si intensificano di dettagli e particolari strazianti i momenti della tragedia che nella giornata di lunedì ha sconvolto l’intera comunità di Casteldaccia e distrutto l’andamento di 5 famiglie del palermitano. La morte dei 5 operai che stavano svolgendo lavoro di manutenzione ordinaria presso la condotta fognaria di via Nazionale a Casteldaccia, continua ad arricchirsi di particolari che i diretti interessati, quelli che sono riusciti a scampare alla tragedia, hanno raccontato a vicini o familiari o a chi, in quel momento concitato dell’ora di pranzo di lunedì, si trovava nei paraggi e ha provato a consolare colleghi che non sono riusciti a trarre in salvo i 5 che hanno trovato la morte all’interno della maledetta vasca fognaria. Epifanio Alsazia, 71 anni; Ignazio Giordano, 57 anni; Giuseppe Miraglia, 47 anni; Roberto Raneri, 51 anni; Giuseppe La Barbera, 29 anni. Sono loro le vittime di questo lunedì drammatico che ha anche vissuto momenti emozionanti, nel dolore, di Giovanni D’Aleo, operaio Amap e primo che ha cercato di dare l’allarme ai vicini e allertando le forze dell’ordine, piangendo a dirotto consapevole di ciò che stava accadendo. E tra gli operai che sono riusciti a scampare alla tragedia, il decimo della lista degli operai e quindi uno dei 5 rimasti illesi, c’è anche Franco Bartolone. Tra i più esperti presenti nella spedizione che poi si è rivelata tragica, davanti l’operaio di 63 anni residente a Bagheria una scena drammatica e allo stesso tempo impotente. I primi due colleghi della ditta esterna di Partinico, la Quadrifoglio, entrati nella vasca non davano nessun segno di vita, cadendo al suolo «come birilli». In seguito a ciò, gli altri hanno provato a intervenire per cercare di salvarli ma incontrando nella loro strada la stessa sorte, quella della morte. Bartolone, poi anche lui sentitosi male per aver inalato l’acido solforico che ha ucciso 5 dei suoi colleghi, ha provato a lanciare una corda nella speranza che qualcuno all’interno della vasca potesse avere ancora le forze per prenderla e tirarsi su. Purtroppo non c’è stato nulla da fare, nello sconforto generale per un giorno normale di lavoro che, ad un tratto, si è trasformato in tragedia. Lo stesso Bartolone, in un primo momento, non vedendo nessuno risalire aveva provato a intervenire in qualche modo, fortunatamente non entrando della vasca e riuscendo a scampare ai letali gas di scarico che lo hanno raggiunto ma non in maniera tale da danneggiarlo fisicamente. Subito soccorso dalle ambulanze arrivate sul posto, tuttavia, i dati della saturazione di Bartolone erano nella norme tanto che non è stato necessario il ricovero in ospedale contrariamente al sesto uomo, ancora ricoverato un condizioni critiche al Policlinico di Palermo. «Non voglio più andare a lavorare, basta» è una confidenza che lo stesso operaio bagherese avrebbe fatto, in lacrime, ai primi soccorritori arrivati sul luogo vedendo la situazione disperata. Un ricordo che sarà difficile, se non impossibile, dimenticare per l’operaio 63enne che aveva anche consigliato ai suoi colleghi di evitare la discesa nella vasca visto e considerato che già i primi operai non rispondendo lasciavano presagire a uno scenario a dir poco nefasto, come in effetti è stato nel giro di poche ore. A rendere ancora più drammatica la situazione, la morte dell’operaio più giovane dei 5, Giuseppe La Barbera di 29 anni. Bartolone conosceva, seppur in maniera sporadica, solamente il 29enne, anch’egli di Bagheria, che già aveva avuto modo di collaborare con il più grande collega in altre operazioni di manutenzione per conto di Amap. Ed era stato proprio quel giorno, poco prima dell’accaduto, che La Barbera aveva confidato a Bartolone la sua giovane età e il fatto di avere due figli piccoli. Una tragedia nella tragedia che continua a riempire le pagine di una storia drammatica che con sarà difficile dimenticare.