«Ha detto che voleva andare lui. È stato il primo a scendere nell’impianto. Si poteva godere la pensione e invece era sempre il primo a intervenire». È quanto racconta Paolo Sciortino, uno degli operai scampato alla strage di Casteldaccia, ricostruendo la dinamica dell’incidente costato la vita a 5 colleghi, e ricordando che a scendere per primo nell’impianto sotterraneo e a essere ucciso dal gas è stato il suo capo, il contitolare della ditta che faceva i lavori di manutenzione delle fogne, Epifanio Alsazia. Nessuno dei colleghi, non vedendolo risalire ci ha pensato un secondo. Sono scesi uno dietro l’altro in soccorso del capo della Quadrifoglio Group srl, molto amato dai suoi dipendenti.
«Era il primo a intervenire quando qualcosa andava storto», ricorda Sciortino. I sopravvissuti alla strage, che saranno sentiti nel corso delle indagini, dovranno spiegare perché il titolare è sceso nella vasca, nonostante il contratto d’appalto sottoscritto dalla ditta non lo prevedeva, e se era successo altre volte come dice qualcuno.
«Ho sentito una voce che gridava “aiuto, aiuto. Venite qua, venite qua”, e mi sono avvicinato. Di solito è un intervento che si fa con la mascherina», aggiunge Sciortino, che si è salvato perché è stato l’ultimo a entrare nell’impianto e si è fermato in tempo. Ora è ricoverato all’ospedale di Termini Imerese. «Non era la prima volta che intervenivamo, già in altre due occasioni abbiamo lavorato lì e non c’era questa situazione, stavolta è accaduto qualcosa», dice.
Un altro collega: «Per noi era un lavoro di routine»
«Da diversi anni lavoriamo nel settore, sia per quanto riguarda le fognature che gli acquedotti. La Quadrifoglio Group, che ha sede a Partinico, opera con appalti nelle province di Palermo e Trapani. Quello effettuato a Casteldaccia, per conto dell’Amap, è una tipologia di lavoro abbastanza frequente. Rientra nella routine». A parlare è Alfredo Partexano, uno dei dipendenti della Quadrifoglio Group. Non riesce a spiegarsi quanto è accaduto ieri ai suoi colleghi che conosceva bene. «Ci vedevamo in azienda anche se io mi occupo di un altro settore, quello dell’amianto - aggiunge - noi compriamo regolarmente i dispositivi di sicurezza che vengono utilizzati negli interventi. Le indagini accerteranno se i colleghi li indossavano oppure no. La nostra è una ditta specializzata e la squadra intervenuta a Casteldaccia era esperta. La nostra azienda tiene molto alla sicurezza. Mi sorprenderei se venisse accertato che non avevano i dispositivi di protezione».
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