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Palermo, l'indagine sull'ex consigliere comunale Mimmo Russo: lascia gli arresti domiciliari Achille Andò

. Il tribunale del Riesame dio Palermo ha accolto il ricorso dell’avvocato e ha disposto l’obbligo di firma in caserma tre volte alla settimana

Lascia gli arresti domiciliari Achille Andò (nella foto), coinvolto nell'inchiesta su affari all'ombra della mafia e voto di scambio che ha portato in carcere l'ex consigliere comunale di Palermo Mimmo Russo. Il tribunale del Riesame dio Palermo ha accolto il ricorso dell’avvocato Sergio Monaco e ha sostituito la misura cautelare con l’obbligo di firma in caserma tre volte alla settimana.

La misura cautelare attenuata per Andò, considerato un massone ben inserito nel mondo degli affari e chiamato a rispondere di corruzione, viene considerata sufficiente a garantire le esigenze cautelari per evitare la reiterazione del reato e l'inquinamento probatorio. Nell’operazione era finito ai domiciliari anche Gregorio Marchese, figlio di un boss di corso dei Mille. Anche per Marchese e Russo, indagato per concorso in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso, i legali di fiducia (gli avvocati Raffaele Bonsignore, Antonio Gargano e Fabio Milazzo) hanno presentato istanze al tribunale del Riesame per chiedere misure attenuate. La decisione dei giudici è attesa a breve.

Al centro dell’inchiesta ci sono vari affari, come i propositi di realizzare centri commerciali grazie a pressioni sulle istituzioni per ottenere cambi di destinazioni d’uso e varianti urbanistiche. Un grande capitolo è dedicato anche alla compravendita di voti. Gli investigatori hanno documentato anche promessi di soldi, cibo e buoni benzina in cambio di voti in favore di Mimmo Russo, storico leader dei precari, che alle ultime amministrative però non è riuscito a essere eletto a Palazzo delle Aquile.

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