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Chiuse le indagini sul patrimonio di Dell'Utri: «Soldi presi per assicurare l’impunità a Berlusconi»

L'ex manager di Publitalia accusato di violazione della normativa antimafia per una mancata comunicazione. La Dda di Firenze ha formulato una seconda imputazione, indagando anche la moglie

Marcello Dell'Utri

La Direzione distrettuale antimafia di Firenze ha chiuso le indagini sul patrimonio dell’ex manager di Publitalia Marcello Dell'Utri, palermitano, per il quale a marzo scorso la magistratura fiorentina ha disposto un sequestro da 10 milioni e 840.000 euro.

Il documento parla di «aggravante di aver commesso» i reati di omissioni circa le variazioni patrimoniali e di trasferimento fraudolento «al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi e allo stesso Dell’Utri, per la quale Berlusconi è stato indagato unitamente al medesimo Dell’Utri, sino al momento del suo decesso avvenuto in epoca successiva all’ultima elargizione contestata, costituendo le erogazioni di quest’ultimo il quantum percepito da Dell’Utri per assicurare l’impunità a Silvio Berlusconi». Lo riporta oggi Repubblica.

Dell’Utri è stato indagato per la violazione della normativa antimafia, per la mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali nonostante la condanna definitiva per concorso in associazione mafiosa. La Dda di Firenze ha però formulato una seconda imputazione, indagando anche la moglie. È l’articolo 512 bis, «trasferimento fraudolento di valori», legato a 15 bonifici per un totale di 8 milioni di euro versati da Berlusconi alla stessa Miranda Ratti. L’accusa contesta l’attribuzione fittizia alla signora per «eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione».

«Il sequestro riguarda somme di denaro ricevute dal dottor Dell’Utri e dalla signora Ratti attraverso bonifici effettuati, in maniera del tutto lecita e trasparente, dal dott. Berlusconi per ragioni di affetto e gratitudine verso l’amico Dell’Utri», avevano dichiarato gli avvocati di Dell’Utri Francesco Centonze e Filippo Dinacci a marzo scoro quando fu eseguito il sequestro dei beni.

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