Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Palermo, le nozze d'argento del boss Lo Presti a San Domenico, il rettore della chiesa: «Fermi nella condanna alla mafia»

La difesa dei padri domenicani: «Non abbiamo avuto contezza delle persone che si sono presentate per chiedere di celebrare il rito religioso»

Chiesa di San Domenico

«I Padri Domenicani sono uniti e fermi nella condanna della mafia». A scriverlo sono padre Sergio Catalano, rettore della chiesa di San Domenico di Palermo, e Giuseppe Sabato, priore dell’annesso convento, dopo le polemiche suscitate dalla celebrazione della messa, nella chiesa di San Domenico, per il 25° anniversario di matrimonio del boss Tommaso Lo Presti e di Teresa Marino, entrambi condannati per mafia.

«Come Rettore della chiesa di San Domenico - afferma padre Catalano - desidero precisare alcuni aspetti di questa vicenda al fine di fare definitiva chiarezza premettendo di essere, insieme con la comunità dei frati domenicani di Palermo, profondamente scosso e addolorato per l’accaduto. Appare evidente come da parte della nostra comunità non ci sia stata nessuna scelta di acquiescenza verso la realtà della mafia o, peggio, di connivenza con essa. Non abbiamo avuto contezza delle persone che si sono presentate per chiedere di celebrare il rito religioso nella nostra chiesa, se avessimo saputo per tempo quale realtà essi rappresentavano, non avremmo mai dato seguito alla loro richiesta. La mafia cerca ogni occasione per infiltrarsi nella società civile e nella Chiesa. Da parte nostra vigileremo con rigore e con regole nuove e più stringenti per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro».

«Non credano i mafiosi di poter accedere ai sacramenti con sotterfugi di sorta - ricordano i Domenicani - nessuna salvezza è possibile fuori da una prospettiva di pentimento e di conversione. Il denaro ricevuto in offerta, che ammonta a 400 euro, verrà messo a disposizione, così come avviene per tutte le altre offerte che riceviamo, per finalità sociali. È questa l'unica "restituzione" possibile, in analogia con quanto avviene per i beni sequestrati alla mafia e destinati alla società civile. In tal senso, per dare un’ulteriore forza simbolica a questa "restituzione", coordinandoci con le autorità, destineremo la somma ad iniziative a sostegno della lotta alla mafia».

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia