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Il bambino investito da un monopattino, parla la mamma: «Un'odissea ottenere le cure negli ospedali»

L'incidente domenica scorsa in piazza Sant'Anna a Palermo. Avanti e indietro tra due strutture sanitarie per la consulenza con l'ortopedico

Il senso di sicurezza di un’area pedonale svanito in pochi secondi e il vortice della malasanità che ha gettato nello sconforto la famiglia. Lucrezia Notarbartolo, mamma del bambino di 4 anni investito la scorsa domenica da un monopattino in piazza Sant’Anna guidato da una coppia di ragazzi poi fuggita sfruttando la confusione e la preoccupazione, sfoga la rabbia verso gli ospedali del capoluogo e racconta il viaggio infernale che la famiglia ha dovuto affrontare per riuscire ad ottenere una semplice ingessatura ad una gamba per una frattura scomposta.

«La domenica un bambino non può fratturarsi una gamba - dice - perché all’Ospedale dei bambini l’ortopedico non è previsto. E quindi una serie infinita di giri in ambulanza e ritorni a casa in macchina che probabilmente hanno peggiorato la situazione del bambino». Come già raccontato dal Giornale di Sicilia, al Di Cristina è stata effettuata la radiografia. Poi il viaggio, sempre a bordo dell’ambulanza, fino all’opedale di Villa Sofia, dove finalmente è stata possibile la consulenza del medico. Ma per raggiungere il reparto è stata necessaria una gara di solidarietà tra gli operatori della struttura. «Dovevamo salire al quinto piano ma l’ascensore era rotto - racconta la madre del piccolo - soltanto grazie ad una staffetta di badge, siamo riusciti ad utilizzare gli ascensori di servizio e salire». Poi il ritorno al Di Cristina per firmare le dimissioni ma senza ingessatura. «Per ottenerla ci siamo recati il giorno dopo, il lunedì, all’ospedale Cervello: il terzo in meno di ventiquattro ore. Io vorrei che la situazione degli ospedali palermitani sia attenzionata: sono disastrati, i medici sotto organico ed è svilente per chi esercita la professione e per gli utenti».

Il bambino adesso sta bene, «anche se molto spaventato. Pensava di poter giocare libero e invece gli è finito di sopra un monopattino». La famiglia attende l’esito sulla possibilità concreta che il piccolo debba subire una operazione. Intanto, il tribunale del malato si schiera con la famiglia, inviando una nota alla direzione dell’Arnas Civico, segnalando la «triste e dolorosa vicenda - si legge nella nota - ci auguriamo che casi analoghi non si verifichino mai più per altri utenti. Tanto più perché trattandosi di bambini, questi necessitano di maggiore cura, premura e attenzione. Sollecitiamo un intervento risolutore e l’assegnazione all’Ospedale dei bambini di appositi specialisti per consulenza ortopedica ed eventuale ingessatura anche nei giorni festivi».

La famiglia ha sporto denuncia alla polizia e spera che si possano acquisire in tempo le immagini delle telecamere di video sorveglianza di piazza Sant’Anna per risalire alla coppia. Ma «non voglio che si crei un linciaggio mediatico - sottolinea con forza Notarbartolo - non esiste alcun mostro, soltanto dei ragazzi spaventati che hanno compiuto l’errore di andare via. Certo devono assumersi le proprie responsabilità, ma non esistono mostri». La donna ha poi commentato la complicata convivenza tra velocipedi e pedoni nelle aree pedonali: «Non sono contro i monopattini - dice - che rappresentano una soluzione ecologica e funzionale, ma come tutte le cose vanno regolamentate. Sono stati messi in circolazione dandoci un po’ il senso di onnipotenza, non hai oneri, doveri o limiti e questo è il risultato. In più - prosegue - esiste una ordinanza che credo non sia conosciuta da molti».

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