Sono una decina i pentiti che accusano Mimmo Russo, l’esponente di FdI arrestato oggi tra l’altro per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso. Dichiarazioni pesanti che vengono da ex mafiosi di diversi mandamenti palermitani: dallo Zen, dove Mimmo Russo avrebbe stretto un patto elettorale col boss Sandro Diele, al Borgo Vecchio dove l’ex consigliere comunale, secondo i collaboratori, vantava rapporti con Salvatore Cucuzza. I pentiti raccontano che Russo pagava a Cosa nostra le preferenze con denaro, buoni di benzina, posti di lavoro. Di Russo parla ad esempio Fabio Manno: «Tutto il Borgo dava i voti a Mimmo Russo perché lui prometteva i posti di lavoro», racconta il pentito. E Salvatore Giordano dello Zen riferisce che il candidato si era offerto di pagare la festa del quartiere in cambio dell’appoggio elettorale, salvo poi tirarsi indietro lamentando che nessuno aveva sostenuto la sua candidata. «E un politico che fa avere posti di lavoro, promette posti di lavoro», ha spiegato Giordano. E ancora Francesco Chiarello rivela che l’ex consigliere comunale metteva a disposizione dei mafiosi per l’affidamento in prova alternativo al carcere il suo Caf. Circostanza confermata dal pentito Antonino Siragusa, che della disponibilità del Caf di Russo ha approfittato, riuscendo a uscire dal carcere. «Lui dava un tot di soldi oppure di buoni benzina e loro li dividevano a qualche persone per fargli dare il voto», dice Siragusa di Russo.